di Maria Nerina Galiè
«Sono stati anni davvero difficili. Per fortuna la Ciip spa è un’azienda solida ed ha saputo tenere testa alle calamità naturali, come terremoto e siccità, ai prezzi di materiali ed energia schizzati alle stelle, ma anche a scossoni come la prematura scomparsa del presidente Alati. Tanti i fondi sul piatto con opere da portare a termine per risolvere le maggiori criticità. Mai come ora». A parlare è Fausto Raschioni, tra i più “anziani” di carica tra i membri del Cda, la figura che ha traghettato la Ciip dopo la morte di Giacinto Alati fino alla nomina presidente ad interim (a giugno le elezioni) di Maddalena Ciancaleoni.
«I problemi non termineranno nel brevissimo termine, ma nel breve si. Potabilizzatore di Gerosa e l’imponente opera del Grande Anello dei Sibillini sono stati avviati. La parte più lunga e difficile è stata fatta: trovare soluzioni, e risorse, e mettere d’accordo i diversi interlocutori. Ora si tratta “soltanto” di procedere». Sono le parole di Nives De Angelis, insieme a Raschioni al secondo mandato nel cda della Cicli integrati.
Bilancio approvato con 87 milioni di euro di investimenti ed un utile di quasi 7 milioni, con sfide da affrontare per gestire l’acqua in 59 comuni divisi tra Piceno e Fermano. Nulla di semplice. Nulla di scontato in questo Settantesimo anno dalla nascita, nel 1955, del Consorzio per l’Acquedotto del Pescara, poi confluito in Consorzio Intercomunale del Piceno che, a sua volta ha assorbito l’acquedotto del Vettore e che, nel frattempo (2003), è diventato da ente pubblico economico consortile a società per azioni a totale capitale pubblico.
«Lo stesso acquedotto del Vettore – ha sottolineato Raschioni che è espressione della zona montana – se non fosse entrato in Ciip non avrebbe avuto la forza di sostenere i quasi due milioni di opere per il nuovo ospedale e la zona industriale di Amandola, tanto per fare un esempio».
«L’unione che fa la forza, in una struttura che impiega 267 dipendenti attualmente, capofila per progetti colossali e unici in Italia – si parla di 430 milioni in totale – che si stanno attuando. E’ il caso del Grande Anello dei Sibillini, in grado di mettere in collegamento il nuovo acquedotto dei Sibillini con la diga di Castreccioni, a Cingoli nel Maceratese, e creare una rete di soccorso fra tre Ato (il 5 di Ascoli, il 4 del Fermano ed il 3 del Maceratese, ndr)».
Il primo importantissimo passo dell’impianto piceno è stato fatto lo scorso 19 dicembre con la rottura del diaframma della galleria di Borgo di Acquata (leggi qui).
Più nel breve termine, poiché i lavori devono essere terminati nel 2026, pena la perdita dei fondi Pnrr, c’è il potabilizzatore del Lago di Gerosa, in grado di compensare la perdita d’acqua, a causa del sisma, fino a 400 litri al secondo, captandola sia dal Lago che dal Tenna, in quest’ultimo caso solo in caso di estremo bisogno, soprattutto in estate quando cresce la richiesta nelle zone costiere di Piceno e Fermano.
La De Angelis, di Grottammare, ha assistito in prima persona i disagi dei gestori delle strutture ricettive alle quali in alcuni periodi è stata razionalizzata l’acqua. Implacabile la siccità che sta caratterizzando il territorio negli ultimi anni. Anche quest’anno si aspettava “il nevone” che però non arriva.
Cosa accadrà l’estate prossima? «Impossibile da dire ora. Il potabilizzatore non sarà ancora pronto appunto – risponde – ed è davvero difficile poter prevedere cosa accadrà. Il dato certo è che non abbiamo più l’acqua a cascata, dobbiamo attivare gli impianti di soccorso. C’è da capire, giorno per giorno, come reggeranno. A volte basta una piccola pioggia. Non riempie di serbatoi, ma induce a ridurre i consumi».
«Ormai è più che noto – interviene Raschioni – quello che è accaduto alla sorgente di Foce di Montemonaco, passata dall’erogare 550 litri al secondo a 180. Una perdita compensata fino ad ora con gli impianti di soccorso. Ma lì i costi dell’energia elettrica dal 1,8 milioni sono arrivati a 12 milioni. Costi che stiamo sostenendo per garantire la risorsa ai cittadini e senza, per il biennio 2025 – 2026, ritoccare le bollette.
Il potabilizzatore, con la centralina che sarà istallata a Polica, frazione di Comunanza, per far salire l’acqua fino a raggiungere la rete, darà una grossa mano».
Sono tempi di continuo monitoraggio della disponibilità della preziosa risorsa e prontezza nell’intervenire, per necessità di chiusure o, aspetto molto importante, di riparare rotture. De Angelis: «Capisco bene le “lamentele” dei cittadini e degli operatori commerciali. Però posso affermare che i nostri ingegneri, e l’intero organico – da chi risponde al telefono a l’operaio che si reca sul posto – non si stanno risparmiando né mai si sono tirati indietro, soprattutto in estate che è il periodo più critico, ma non solo».
La digitalizzazione della rete, che è un’altra importante innovazione, permette di ridurre la dispersione di acqua ed intervenire in tempo reale e poco invasivo sulla rottura delle condotte.
«Posso dire – sottolinea la De Angelis – che registriamo la minore dispersione a livello nazionale».
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