di Pier Paolo Flammini
Un bel bicchiere di vino senza alcol. Può sembrare quasi fantascienza ma la richiesta del mercato, che presta sempre più attenzione a temi come la salute e la qualità della vita, oltre alle limitazioni che vengono imposte al consumo di alcol in alcuni contesti – si pensi alle sanzioni del recente Codice della Strada – sta imponendo anche ai produttori, a livello mondiale, di intercettare un segmento di domanda in forte crescita.
La Società Cooperativa Agricola Vinea, da sempre attenta agli argomenti che attengono al mondo vitivinicolo, ha organizzato un importante seminario dal titolo “Diversificazione attività agricola: la dealcolizzazione del vino, un’opportunità?” che si è svolto venerdì 31 gennaio all’Enoteca Regionale delle Marche, ad Offida.
Incontro che ha richiamato un folto pubblico, segnale che la scelta del tema è stata appropriata. Moderato dal vicepresidente Vinea Pompilio D’Angelo, dopo le introduzioni del presidente Ido Perozzi hanno relazionato Valentina Sourin, responsabile del settore vitivinicolo della LegaCoop, Paolo Castelletti, Segretario generale di Unione Italiana Vini (intervento intitolato “Disposizioni nazionali del Regolamento Ue e del Parlamento Europeo e del Consiglio per quanto riguarda i vini dealcolati”), con le conclusioni di Lorenzo Bisogni, Dirigente Assessorato Agricoltura della Regione Marche.
«Si è arrivati al Decreto di fine dicembre dopo una lunga trattativa – afferma D’Angelo – L’Italia è stato uno degli ultimi paesi a recepire questo regolamento del 2013. In questa fase puntare sulla dealcolizzazione dei vini può aprire a nuovi sbocchi di mercato senza sostituire il vino tradizionale». Vinea organizzerà un ulteriore incontro venerdì 21 febbraio nella quale si procederà alla degustazione di una serie di vini dealcolati. Inoltre Vinea sta aprendo un gruppo di lavoro, aperto alle aziende, vada a definire le migliori tecniche possibile di dealcolazione.
«Due anni fa al Vinitaly ci dissero che l’anno successivo ci sarebbe stato un calo del consumo di vini e quest’anno, fino a novembre, registriamo una riduzione del 10% delle esportazioni e del 20% del consumo interno, poi vedremo l’effetto del recente decreto sul Codice della Strada. Il Piceno ha bisogno di un investimento di un milione all’anno per 5 anni per promuovere le nostre eccellenze con il turismo, il territorio e la ristorazione» aggiunge Ido Perozzi.
Il seminario è stato arricchito da molti interventi degli imprenditori vitivinicoli accorsi, segnale dell’interesse per il settore. Paolo Castelletti, segretario generale dell’Unione Italiana Vini, ha avuto modo di illustrare la situazione in merito al vino dealcolato: «Sui mercati esteri il trend è partito prima, e guarda molto alle fasce giovanili come alternativa al cockatail. Nel mercato americano le bevande no alcol hanno un mercato di due miliardi di dollari. La produzione di vino dealcolato, rispetto a soli due anni fa, è di gran lunga migliorata, e in futuro la si farà sempre di più, anche grazie alla tecnologia che consente di ottenere un vino di buona qualità senza aggiunta di zuccheri in eccesso».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati