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Ecco “Fondazione Sambenedettese”: programma 5 anni, donato strumento per Risonanza Magnetica da 50 mila euro

SAN BENEDETTO - Creatura voluta da Vittorio Massi, costituito il consiglio di amministrazione e il comitato filantropico. Venerdì prima presentazione ai potenziali sostenitori. L'obiettivo è creare relazioni attraverso progetti che abbracciano l'intero territorio
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Fondazione Sambenedettese

 

di Pier Paolo Flammini

 

Un nuovo soggetto che mira ad animare la città di San Benedetto e il suo hinterland: è stata ufficialmente costituita la “Fondazione Sambenedettese“, creatura nata sulla spinta del presidente dell’U.S. Sambenedettese Vittorio Massi anche se distinta e indipendente dalle vicende della società sportiva.

 

La presentazione è avvenuta nel corso di una conferenza stampa mentre domani, venerdì 7 febbraio, la Fondazione Sambenedettese sarà presentata a potenziali ulteriori partner nel corso di un incontro conviviale che si svolgerà a Grottammare; successivamente si prevedono eventi rivolti a un numero ampio di persone. Domani sera potrebbe essere presente, per un saluto, il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli.

 

Il consiglio di amministrazione della Fondazione è composto dal presidente Vittorio Massi e dai consiglieri Maria Elisa D’Andrea (notaio e moglie di Vittorio), Vittoriana Piergallini (imprenditrice) e Marco Perosa (esperto di strategia e progettazione). Il Comitato filantropico, organo che si riunisce periodicamente per discutere le iniziative più opportune e concrete da realizzare, è composto da Laura Benedetto (direttrice generale dell’Area Psichiatrica e Riabilitazione del Gruppo Kos), Maurizio Compagnoni (giornalista), Maristella Lupo (esperta d’arte), Elisabetta Marcelli (avvocato), Alfredo Fioroni (direttore Uoc Medicina Fisica e Riabilitativa), Francesco Bovara (attore), Fausto Massi (imprenditore), Laura Capecci (avvocato), Michela Mercuri (professoressa universitaria). Per l’organo di controllo è stato nominato Sandrino Caioni.

 

Il logo della Fondazione Sambenedettese è la bozza per la scultura Il Gabbiano Jonathan Livinstone, realizzata da Mario Lupo nel 1984 e uno dei simboli di San Benedetto.

 

«Io e mio fratello veniamo proprio adesso dal notaio, abbiamo stipulato l’atto che dà vita alla Fondazione Sambenedettese. L’idea parte dall’anno scorso, poi ho conosciuto Marco Perosa, che mi ha appoggiato e sostenuto. Abbiamo già predisposto alcune iniziative. Sosterremo le idee dei giovani, iniziative culturali, la sanità, gli anziani, vogliamo creare qualcosa che coinvolga il territorio. All’inizio si è sempre un po’ titubanti, io ho dimostrato che se prendo una strada la porto fino in fondo» ha dichiarato Vittorio Massi.

 

Il quale ha poi continuato: «Il territorio di San Benedetto vive la grande passione della Sambenedettese, tutto ciò mi ha spinto a creare qualcosa che non si limiti alla domenica ma che possa riguardare tutto l’ambito della vita cittadina e del territorio. Io darò l’anima con tutti i collaboratori per questa Fondazione, i professionisti sono stati scelti da noi e li ringrazio per averci detto di sì, ringrazio soprattutto Maristella Lupo che è stata la prima a sostenermi e ci ha regalato la prova d’autore del padre. Ringrazio il Prefetto Sante Copponi per la sua iniziativa».

 

Maria Elisa D’Andrea ha aggiunto: «Siamo allo stadio perché da qui è partito tutto: l’entusiasmo, l’aggregazione e la voglia di trasformarlo in qualcosa di importante. La sede della Fondazione sarà alla Villa Brancadoro, in concessione grazie alla famiglia Brancadoro. La prima opera è la donazione all’azienda sanitaria di un software di ultima generazione per la risonanza magnetica cardiaca, del valore di circa 50 mila euro, perché un anno fa mio marito e anche il fratello hanno avuto un problema di salute e lo hanno risolto a Milano e Pescara grazie a questo software. Ora presente anche a San Benedetto.».

 

Presidente del Comitato Filantropico è Laura Capecci, avvocato: «Ho sempre  ritenuto che le Fondazioni filantropiche siano una risorsa per la Comunità che ha molte potenzialità nonostante i problemi. Dobbiamo creare aggregazione, sostenere interventi a beneficio dell’intera comunità per lo sviluppo del territorio. La Fondazione avrà cura di organizzare tavoli di lavoro per affrontare le tematiche più strategiche, verranno organizzati dei seminari e convegni che saranno parte attiva di questi gruppi di lavoro, con i rappresentanti della società civile, gli esperti , i professionisti e imprenditori che hanno già mostrato un interesse attivo nella condivisione delle attività che si stanno avviando. Il primo passo sarà la costruzione partecipata di programmi quinquennali per tracciare una strada di lavoro e attività che offra una visione coesa di territorio e comunità».

 

Marco Perosa, molto conosciuto per la sua attività di segreteria e progettazione alla Fondazione Carisap, sta dando il suo contributo organizzativo: «Mi ha colpito un passaggio del discorso di Vittorio: questa città mi ha dato tanto e a questa città devo restituire tanto. È un sentimento nobile che fa abbassare le barriere. Ho notato l’entusiasmo, l’attenzione e la cura e non  ho potuto dire di no, consapevole che un’opera di questo tipo è un’opera da visionario. La famiglia Massi ci ha messo la faccia ma l’entusiasmo e il clima che ho visto nel coinvolgimento delle persone è sicuramente un ottimo inizio di partenza. Ci sono tanti modi di fare filantropia: donare è importante, ma non siamo qui per fare carità. Noi vogliamo generare comunità. Quando si costituisce una Fondazione arrivano tantissimi progetti, ma vi assicuro che non bastano; quello che manca è alimentare il senso di comunità, sinergie e rapporti da condividere. Noi siamo inclusivi ma c’è un fattore dirimente:  non vogliamo generare l’Armata Brancaleone dei progettifici. Serve qualcosa di bello per il territorio. Dobbiamo porci la domanda tra: cosa me ne viene e cosa posso fare? La Fondazione non va usata per un interesse personale. Iniziative di questo tipo sono state realizzate a Lecco, Milano, Napoli, perché non possiamo farla qui?»

 

Presto sarà attivo il sito ufficiale e saranno rese note le quote per chi vorrà partecipare come membro: l’assemblea eleggerà poi un proprio rappresentante nel Consiglio di Amministrazione.

 

Vittoriana Piergallini conclude: «La sensazione è quella di far parte di un gruppo eterogeneo che proviene da progetti diversi, uniti da una spinta comune. La famiglia Massi ha dato vita a un gruppo coeso e motivato con lo scopo di mettere in relazione persone, imprese, istituzioni su progettualità di utilità sociale e interesse generale. Lo spirito è prestare la propria opera pro bono». 



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