di Filippo Ferretti
Il teatro Filarmonici di Ascoli è stato l’affollatissimo scenario dell’appuntamento di presentazione del volume firmato dal senatore Guido Castelli, intitolato “Mediae Terrae – Dopo il terremoto: la rinascita dell’Italia centrale oltre la fragilità del territorio”, dedicato alla nuova vita delle zone colpite dal sisma.
marco fioravanti
L’incontro, che ha fatto seguito a quello di Grottammare dello scorso 26 gennaio (leggi qui), è stato moderato dal giornalista Stefano Zurlo, autore della prefazione. Sul palco, accanto al commissario straordinario per la ricostruzione, anche il sindaco di Ascoli Marco Fioravanti, con cui è stato approfondito il tema della tutela dell’ambiente a livello locale.
L’evento, a cui hanno presenziato numerosi rappresentanti delle comunità colpite, partendo dai temi della pubblicazione ha sottolineato le problematiche che caratterizzano le zone coinvolte, come il calo demografico e lo spopolamento delle aree interne. Guido Castelli, dimostratosi preoccupato di riuscire a ricostruire case dove teme nessuno possa tornare ad abitare, durante l’appuntamento ha sottolineato la necessità di interventi volti ad incentivare il ripopolamento, certo che la tendenza contemporanea a voler ossessivamente tutelare ad ogni costo la natura significhi anche privarsi della presenza degli esseri umani. Territori che invece hanno bisogno di andare avanti, con agevolazioni economiche, il miglioramento dei servizi essenziali e le infrastrutture moderne.
«La trasformazione dell’ambiente non può essere considerata sempre come un delitto», ha detto Castelli, evidenziando come decisioni estremizzate, anziché portare ad un giusto atteggiamento antropologico dell’ambientalismo, tendano a portare al nichilismo.
«La vera sfida è quella di evitare che i ragazzi vadano via dai loro luoghi, convincerli che il proprio territorio possa avere le stesse caratteristiche di altri le cui peculiarità tanto li seduce» ha aggiunto l’autore del libro, le cui pagine spera possano persuadere loro a fare in modo che questo Appennino carico di identità possa essere affiancato anche da modernità, da contemporaneità.
«Ho intitolato il libro in latino per ricordare che noi siamo eredi di un qualcosa, che siamo nani aggrappati alle spalle di giganti», ha asserito Castelli, ricordando ai presenti che la biodiversità esiste da sempre, che è il frutto del sempiterno rapporto che lega l’uomo alla natura.
Lunghi applausi al termine dell’evento all’autore, che ha lasciato il palcoscenico augurando un impegno collettivo volto a garantire un futuro alle comunità terremotate dopo la difficilissima impresa della ricostruzione.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati