Giovanni Palatucci, vice commissario aggiunto di pubblica sicurezza, fu reggente della Questura di Fiume sino al 13 settembre 1944, quando fu arrestato dai tedeschi delle Ss e internato, il 22 ottobre successivo, nel campo di concentramento di Dachau, dove morì di stenti il 10 febbraio 1945.
Nello stesso giorno il Piceno, oggi lunedì 10 febbraio, lo ha voluto ricordare grazie alle iniziative della Questura. Ad Ascoli, in piazza Matteotti, spazio alla commemorazione davanti alla targa ed all’ulivo piantumato in memoria di Palatucci, alla presenza del prefetto della Sante Copponi, del questore Giuseppe Simonelli, del presidente del Consiglio comunale Alessandro Bono e di autorità civili, militari, comandanti provinciali delle forze dell’ordine e religiose con la presenza del vescovo Palmieri.
Simonelli, durante il suo discorso, ha rimarcato l’importanza della memoria dell’olocausto e di tutte le gesta eroiche compiute dal commissario Palatucci, che hanno contribuito non solo a salvare numerose vite ma anche, attraverso il ricordo, a tramandare alle nuove generazioni l’importanza del sacrificio di chi ha dato la propria vita per gli altri preferendola a più comodi compromessi.
A San Benedetto la commemorazione si è tenuta al Parco Cerboni, col sindaco Antonio Spazzafumo a fare gli onori di casa.
Durante la sua permanenza a Fiume, Palatucci ebbe modo di conoscere l’impatto che le leggi razziali ebbero sulla popolazione ebraica. In quel contesto, cercò di fare quello che la sua posizione gli permetteva, creando, attraverso una rete di amici, una “strada” per salvare tanti ebrei dai campi di sterminio. Un calcolo approssimativo ha stimato in più di 5.000 il numero di persone che Giovanni Palatucci aiutò a salvarsi durante tutta la sua permanenza a Fiume.
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