Abbiamo chiesto al nuovo presidente dell’Ente Scuola Edile delle Province di Ascoli Piceno e Fermo, Lanfranco Ceroni, un suo pensiero sullo stato del settore edile alla luce delle recenti novità socio economiche nel comparto.
Ceroni, 65 anni, sposato, due figli, amministratore dell’impresa Cfl Srl di Rapagnano, Cavaliere della Repubblica, membro del Comitato Direttivo Ance di Fermo, già Presidente Cassa Edile, dal mese di gennaio è il presidente dell’Ente Scuola Edile delle province di Ascoli Piceno e Fermo.
Presidente, dal suo punto di osservazione qual è il futuro del settore delle costruzioni nelle province di Ascoli e di Fermo?
«Dopo la crescita impetuosa registrata negli anni scorsi, legata all’utilizzo del cosiddetto “bonus 110”, lo scenario sta cambiando: le nostre imprese registrano una impennata dei costi, diminuiscono i lavori, scendono le ore di lavoro denunciate agli enti bilaterali; registriamo un aumento dei prezzi delle materie prime, dell’energia e dei mezzi, dei costi del recente rinnovo salariale del Ccnl, con una burocrazia sempre più matrigna (da ultima la cosiddetta patente a punti e la polizza assicurativa sulle catastrofi naturali), tutto ciò non è compatibile e mette in dubbio il futuro delle nostre imprese. Già il contesto economico nazionale e internazionale è gravato dagli effetti recessivi, di due guerre e dalla recente politica dei dazi del presidente Usa Trump. In questi giorni abbiamo visto rincari a cascata sul laterizio, sul legname, sul ferro e sul calcestruzzo. Tutti aspetti che incidono direttamente sui costi di produzione, generando una nuova bolla speculativa».
Quindi il calo degli incentivi legati ai bonus edilizi ha aggravato la situazione?
«Premesso che l’edilizia è un settore strategico e trainante, nonché termometro dell’economia nazionale, dopo la riduzione dei bonus, il calo delle opportunità di lavoro, in un contesto di forte criticità dovuto all’aumento dei costi, complica la vita delle nostre imprese. È aperta tutta la partita relativa ai lavori della ricostruzione post-sisma ma molte imprese, soprattutto quelle meno strutturate, hanno difficoltà nel rispondere ai diversi requisiti chiesti per operare in area sisma. Ci sono nuove normative e certificazioni da onorare che spesso rappresentano difficoltà burocratiche insormontabili. Inoltre è di questi giorni la notizia di una riduzione di circa il 20% del prezziario regionale sisma che unita alla riduzione dei margini, rischia di anticipare la chiusura di molte piccole imprese. Ci appelliamo al Commissario alla Ricostruzione, il senatore Guido Castelli, per un confronto preventivo e di merito su questa nuova vicenda magari con un ruolo unitario e proattivo dell’Ance delle regioni interessate, coinvolgendo le organizzazioni sindacali a tutela dell’occupazione. Certo, il settore delle costruzioni, senza adeguati incentivi per i cittadini interessati, avrà difficoltà a mantenere i volumi di lavoro degli ultimi anni; la mancanza di agevolazioni fiscali ridurrà la domanda con effetti deflagranti per il settore».
Presidente, un’ultima domanda: qual è il ruolo dell’Ente Scuola Edile delle province di Ascoli Piceno e Fermo nel quadro d’incertezza illustrato?
«Com’è noto abbiamo assunto l’impegno di realizzare la sede della nuova Scuola Edile a Fermo con un investimento di 1,3 milioni di euro per meglio rispondere alla forte domanda di formazione esistente sia nella domanda tradizionale sia per quella futura, legata alla intelligenza artificiale. Proseguiremo nelle attività di collaborazione con Unicam. Così faremo anche con quelle delle attività formative tradizionali, e negli ultimi anni abbiamo realizzato oltre 2.000 corsi di formazione, con l’implementazione della lotta agli infortuni sul lavoro dove siamo impegnati da sempre. Presenzieremo a tutte le attività che ci vedono coinvolti; proprio nei giorni scorsi abbiamo partecipato, in modo attivo, al cosiddetto “Tavolo organizzato dalla Prefettura di Fermo” in prima linea alla lotta al lavoro nero e agli infortuni. Sono inoltre previste delle iniziative di natura informativa e formativa: sugli effetti della intelligenza artificiale per il nostro settore, sul Rentri ovvero sul sistema di tracciabilità dei rifiuti con la digitalizzazione dei documenti relativi alla movimentazione e al trasporto dei rifiuti, sull’Accordo Stato-Regioni in materia di formazione sulla sicurezza sul lavoro di prossima emanazione. Infine siamo impegnati sul problema della ricerca del personale che è il primo problema che denunciano le nostre imprese. Queste hanno bisogno di lavoratori, anche da specializzare e formare: nei prossimi quattro anni ci sarà necessità di oltre 600 dipendenti nel settore. Come detto questo è uno dei problemi maggiormente sentiti dalle imprese ovvero la mancanza di manodopera specializzata per cui vogliamo essere un ente attivo per formare i giovani di ogni nazionalità, insegnando anche l’italiano. Li aiuteremo a trovare un’occupazione».
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