di Peppe Ercoli
L’onorevole Mirco Carloni
Il Governo ha avviato un’analisi approfondita sull’uso di denominazioni generiche come “oliva all’ascolana” in relazione alla DOP Oliva Ascolana del Piceno. L’indagine, condotta in collaborazione con CUFA e ICQRF, punta a garantire il rispetto della normativa vigente e a tutelare i consumatori, oltre a fornire chiarimenti utili agli operatori del settore.
Se ne è parlato oggi, mercoledì 26 febbraio, durante la seduta della Commissione Imprese e Agricoltura della Camera.
La questione, sollevata dal Consorzio di Tutela dell’Oliva Tenera Ascolana DOP, riguarda l’uso improprio della denominazione “oliva ascolana”, specialmente nei prodotti distribuiti nella grande distribuzione. Accertamenti condotti dai Carabinieri Forestali e dall’Ispettorato Repressione Frodi hanno confermato casi di utilizzo irregolare del termine.
In risposta a un’interrogazione presentata dall’onorevole Mirco Carloni, presidente della Commissione Imprese e Agricoltura della Camera, il Governo ha annunciato «la revisione dell’orientamento del 2007 sulla legittimità di tali denominazioni, considerando le più recenti sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione Europea».
L’obiettivo è rafforzare la protezione della DOP, tenendo conto dell’uso storico di alcune denominazioni prima del riconoscimento ufficiale della certificazione.
«”L’oliva ascolana” è un nome di grande valore nel panorama gastronomico italiano e internazionale – ha dichiarato l’onorevole Carloni, accogliendo positivamente la posizione del Governo – e, proprio per questo, è essenziale garantire una maggiore tutela della denominazione, a vantaggio dell’intero sistema agricolo e del valore aggiunto che ne deriva».
«L’Oliva Ascolana Dop non è tutelata adeguatamente, bisogna fare di più»
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