«Non avremo problemi a trovare affittuari prestigiosi per Palazzo Bazzani»

ASCOLI - Il presidente della Fondazione Carisap Frascarelli non si straccia le vesti per l'addio di Banca Intesa alla storica sede di corso Mazzini. «Non è escluso, comunque, che resti un ufficio di rappresentanza. Per il resto si vedrà, magari ospiterà il Terzo Settore»
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di Peppe Ercoli

 

La notizia che Banca Intesa lascerà presto la storica sede di Ascoli in Corso Mazzini, pubblicata da Cronache Picene, ha destato interesse e preoccupazione. Ne abbiamo parlato con Maurizio Frascarelli, presidente della Fondazione Carisap, proprietaria di Palazzo Bazzani.

 

Presidente Frascarelli, cosa significa per la Fondazione Carisap la rinuncia di Banca Intesa alla storica sede di Palazzo Bazzani a corso Mazzini, nel centro storico di Ascoli?

«E’ una perdita più dal punto di vista ‘affettivo’ e strategico visto che prima ancora era la sede della Cassa di Risparmio di Ascoli. Certo, lo è anche dal punto di vista economico, visto che il contratto di affitto con Banca Intesa vale circa 200.000 euro l’anno. Una cifra importante, ma non determinante in un contesto di oltre 24 milioni di euro di proventi che la Fondazione Carisap ha iscritto all’ultimo Bilancio. E comunque non è escluso che resti almeno una parte della loro attività».

 

La storica sede della Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno in Corso Mazzini

 

La notizia vi ha colto di sorpresa?

«No. Tenete conto che dell’ipotesi se ne è cominciato a parlare nel 2018 e negli ultimi tempi i segnali sono stati sempre più chiari da parte di Banca Intesa che ha in atto una serie di cambiamenti interni che devono rispondere all’evoluzione del sistema bancario che vede ormai gli sportelli sul territorio solo come punti di consulenza per i clienti. Questi ultimi il grosso delle loro operazioni lo fanno on line, col semplice telefonino. Una città piccola come Ascoli non giustifica tante filiali dello stesso istituto di credito, quindi la scelta di Banca Intesa si può comprendere sotto questo aspetto».

 

Quindi non si è trattato, per esempio, di rivedere il costo dell’affitto?

«Assolutamente no, non è stato questo il problema, quanto piuttosto la necessità loro di adeguare gli spazi di Palazzo Bazzani ai nuovi canoni di uno sportello bancario, con modifiche ritenute necessarie dal punto di vista operativo, ma che non erano consentite dai vincoli strutturali dell’immobile che la Sovrintendenza ha posto in evidenza. Per cui Banca Intesa ha preferito concentrarsi su altre sedi cittadine, i cui locali sono di loro proprietà».

 

Presidente Frascarelli, adesso che si fa?

«Siamo in costante contatto con Banca Intesa e presto avremo un incontro coi vertici regionali per valutare la possibilità che a corso Mazzini resti comunque un ufficio di rappresentanza dell’istituto di credito. C’è apertura in questo senso, non solo da parte della Fondazione Carisap, ma anche dell’istituto bancario. Sarebbe importante per il prestigio del centro storico di Ascoli. Ne abbiamo parlato anche col sindaco Fioravanti che sta seguendo l’evolversi della situazione».

 

Sarà, eventualmente, una piccola parte. Avete in mente un candidato ideale per il resto dell’immobile?

«Non ancora, ma non credo sarà un problema trovare una soluzione. Una parte potrebbe ad esempio essere destinata al Terzo Settore. Voglio tranquillizzare la città che Palazzo Bazzani non resterà chiuso. Il futuro riserva sempre opportunità che bisogna sapere cogliere».

 

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