Google blocca il blog di Gianni Lannes dopo un articolo sull’affondamento del Rita Evelin

SAN BENEDETTO - Il giornalista di inchiesta aveva appena pubblicato i documenti con i quali si attestano registrazioni video del relitto affondato il 26 ottobre 2006 da parte di personale della Capitaneria di Porto di San Benedetto il giorno stesso dell'inabissamento, ma non è possibile accedere alla loro visualizzazione che potrebbe contenere elementi probanti per la riapertura dell'inchiesta
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Gianni Lannes e l’avviso di blocco del Blog Su la Testa

 

Democrazia digitale. Comunicazione che corre rapidissima poi scomparire all’improvviso senza alcuna spiegazione. Questo è successo al blog del giornalista d’inchiesta Gianni Lannes, pugliese, che nel corso degli ultimi decenni ha centrato la sua attenzione, con articoli e saggi, sulle tematiche belliche che hanno visto coinvolto, spesso, anche il Mare Adriatico.

 

Così da ieri il suo blog “Su la testa“, che si appoggia su una piattaforma Google, è inaccessibile. E lo è diventato pochi minuti dopo la pubblicazione – l’ennesima – di un articolo sul misterioso affondamento dell’imbarcazione sambenedettese “Rita Evelin”, avvenuto il 26 ottobre 2006, di cui Lannes si sta occupando dettagliatamente: è stato a San Benedetto due volte negli ultimi mesi, ha raccolto documenti e testimonianze, ha pronto un docu-film sulla vicenda e sta lavorando, assieme a un avvocato e ai parenti dei tre marittimi morti nel naufragio, per la riapertura del processo in merito alle cause dell’affondamento.

 

Avevo appena terminato una intervista con l’ex presidente della Regione Marche e sindaco di Pesaro Luca Ceriscioli – afferma Lannes – Il tema è quello di bombe chimiche depositate in Adriatico, al largo di Pesaro e Fano. Ceriscioli ne era al corrente, da sindaco è stato tra i pochi a muoversi, ma non sa che parliamo di 100 mila ordigni.

 

Così, all’improvviso, arriva il messaggio e il blog viene bloccato. A distanza di oltre 24 ore nulla è cambiato. Perché? E’ un caso che ciò sia avvenuto poco dopo la pubblicazione dell’articolo su “Rita Evelin”? Quando durerà questo blocco?

 

«Il blog è attivo da 12 anni – spiega Lannes – e contiene moltissima documentazione e archivi per mie inchieste. Tutto inghiottito, non si sa come, dalla rete, sperando che presto possa tornare on line, perché sono tristi i tempi in cui la libertà di pensiero e la stessa attività giornalistica viene limitata senza sapere il motivo, né chi lo abbia deciso».

 

Ma di cosa parlava l’ultimo articolo (di seguito, linkiamo diversi articoli sulla vicenda della quale ci stiamo occupando)? Lannes ha pubblicato i documenti che attestano come già il giorno del naufragio personale della Capitaneria di Porto di San Benedetto si sia recato sul luogo del naufragio e abbia proceduto a immergere il Rov che ha compiuto delle registrazioni video a circa 80 metri di profondità la situazione del relitto affondato poche ore prima, il tutto firmato in un documento dal direttore dell’immersione Maurizio Cianflone.

 

Eppure Lannes non ha traccia di questa documentazione video che, essendo stata registrata a poche ore dall’affondamento, è un materiale probante da confrontare con i documenti video registrati successivamente, durante il tentativo di recupero del “Rita Evelin”, da parte del pontone Eni. Circa 10 giorni di immagini che ha distanza di quasi 20 anni devono essere a disposizione della collettività per capire ciò che è successo. Le autorità negano di possedere questi documenti.

 

Massima solidarietà a Gianni Lannes per quanto accaduto, con la speranza che tutto si risolva. Intanto Lannes ha iniziato a pubblicare su un altro blog attraverso WordPress. Di seguito i suoi ultimi articoli: Stragi di pescatori e muri di gomma; Google censura Gianni Lannes;  Italia un mare di bombe chimiche, radioattive e convenzionali.

 


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