di Lino Manni
“Avanti un altro” è il game show più folle della tv, con Paolo Bonolis e Luca Laurenti. Concorrenti che vanno e vengono il cui destino è legato alle quattro domande a cui devono rispondere correttamente. Paragonato al calcio mister Cudini non ha “risposto” a quattro partite e la sua avventura sulla panchina dell’Ascoli si è chiusa. Quattro sconfitte consecutive sono troppe.
Così c’è l’ennesimo ribaltone, questa volta non via social, ma con tanto di comunicato della società. Dopo Carrera, Ledesma, Di Carlo, Cudini ritorna Domenico “Mimmo” Di Carlo, una sorta di figliol prodigo. Contro l’Arezzo subito si notano due…novità. A Varone, l’uomo di fiducia del mister, la fascia di capitano; al giovane Raffaelli le chiavi della porta bianconera.
Nella prima frazione di gioco più brividi in difesa che in attacco. La partita la fa l’Arezzo ma l’Ascoli ringhia specie a centrocampo dove Carpani, Odjer e Varone (uniti nel cartellino giallo) aggrediscono su ogni pallone. Si gioca molto sul modulo “palla fa tu” ma in tempi di magra bisogna accontentarsi. Nonostante ciò, prima del riposo, l’arbitro non vede un clamoroso fallo di mano in area aretina.
Ripongo le speranze nella seconda frazione di gioco. Secondo tempo che l’Ascoli inizia con un piglio diverso. D’Uffizi sciupa una buona occasione, Odjer tenta l’eurogol ma il portiere avversario glielo nega. Allora risolve tutto Varone che ripaga la fiducia dell’allenatore con il gol della vittoria.
Dopo il gol inizia la sofferenza sul divano. Ma ho visto un Ascoli tranquillo, che salvo qualche raro episodio, ha contenuto l’avversario. Corazza ha avuto l’occasione per scrivere la parola fine ma in questo periodo il bomber bianconero non ha la lucidità di inizio campionato. Tre punti di incoraggiamento per tutta la squadra anche se ci sarà da soffrire e lottare fino alla fine. Dopo 32 giornate è difficile pensare che una squadra non abbia la classifica che merita. L’Ascoli ha 36 punti: 9 vittorie, 9 pareggi e ben 14 sconfitte.
Dopo aver chiuso (o meglio abbandonato) il discorso playoff deve chiudere (prima possibile) quello relativo alla salvezza. Sei partite, 3 in casa e 3 in trasferta, per mettere la parola fine al campionato più tribolato degli ultimi dieci anni.
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