“Carlo Erba”, presentato il libro sulla nascita dello stabilimento farmaceutico

ASCOLI - Il volume di memorie scritto dal dottor Gianfranco Salvi ha gremito la Sala della Ragione. Presenti tanti dipendenti e dirigenti che con lui e dopo di lui hanno visto nascere e crescere la più grande e importante fabbrica ascolana, con il succedersi dei vari passaggi di proprietà fino all’attuale colosso americano Pfizer. Il 25 maggio cittadinanza onoraria nel giorno del 90esimo compleanno
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La presentazione a Palazzo dei Capitani (le foto sono di Mimmo Marozzi)

 

di Walter Luzi

 

L’abbraccio al dottor Gianfranco Salvi è stato di quelli calorosi. Al Palazzo dei Capitani una affluenza così numerosa e affettuosa di tanti suoi ex dipendenti e collaboratori, in “Carlo Erba” e Pharmacia di ieri, Pfizer di oggi, non se la aspettava nemmeno lui.

Il dottor Salvi

 

Sono venuti per la presentazione del suo libro di memorie sulla nascita dello stabilimento “Carlo Erba”, inaugurato nel 1972, ma, soprattutto, per poterlo riabbracciare a trent’anni dal suo cosiddetto “pensionamento”. Il traguardo che tutti sognano per poter mettersi a riposo, e che a lui, invece, aprì le porte della sua seconda, altrettanto operosa ed apprezzata, vita lavorativa alla guida della Asl 9 di Grosseto. Un cambio di ambiti per lui, dal farmaceutico privato alla Sanità pubblica, non certo di obiettivi, sempre ambiziosi, e grandi progetti e scommesse ancora vincenti.

 

Sempre rischiando in proprio, se il fine è nobile, il percorso virtuoso, e, soprattutto, senza smarrire mai lo spirito che lo ha animato in tutta la sua vita: operare sempre per il bene comune. Chi ha avuto modo di conoscerlo bene lo sa. È per questo che il suo ingresso nella Sala della Ragione, un altro onore questo, che il Comune di Ascoli ha voluto tributargli, è stato salutato da un interminabile applauso.

Col vicesindaco Brugni

 

La presentazione del suo libro di memorie sulla nascita dello stabilimento “Carlo Erba”, inaugurato nel 1972, con il racconto di ogni tappa e aneddoti inediti, vissuti fra il 1968 e il 1971, è stata l’occasione più propizia per la gradita reunion. Il dottor Salvi, parlando di quel periodo, non è qui per celebrarsi. L’autoincensamento non gli appartiene. Tutt’altro.

 

Ricorda ancora con cruccio gli espropri eseguiti in base a una legge iniqua, risalente al 1865, di quelle aree ai contadini che rimasero, per fare spazio alle industrie come la “Carlo Erba”, senza terre e senza case. Contrada Navicella venne spianata dalle ruspe. A quegli abitanti, pur indennizzati con quote maggiorate a spese della stessa azienda, che ne assunse subito in cantiere anche i capifamiglia, il dottor Salvi è qui a chiedere ancora perdono. A distanza di cinquantacinque anni, e con un saldo costi-benefici per il tessuto sociale ed economico ascolani di quella operazione, enormemente attivo.

 

Ma il dottor Salvi è fatto così. Un signore vero. Di altri tempi. Di cui si sente molto la mancanza. Come della sua etica irrinunciabile. Oggi pressochè scomparsa, nella nostra epoca dei diritti, quando ci sono, calpestati, dell’onestà irrisa, delle dignità mortificate, delle speculazioni più abiette, guerre e genocidi compresi, che ogni infamia giustificano.

 

Il sindaco Marco Fioravanti e il suo vice Massimiliano Brugni, con i loro interventi di saluto gli rendono il dovuto onore, annunciando che il prossimo 25 maggio, in occasione del suo 90esimo compleanno, gli verrà conferita la cittadinanza onoraria. C’è la consigliere regionale Anna Casini, figlia di quel geometra Remo Casini che tanto impressionò il dottor Salvi per la sua bravura e il suo impegno nel portare a compimento, contribuendovi decisamente, pur fra mille difficoltà, quella straordinaria impresa. C’è Sergio Peroni, che Salvi assunse per primo nel neonato stabilimento “Carlo Erba” di Ascoli, ci sono tanti dipendenti e dirigenti, anche attualmente in attività nell’azienda, che con lui e dopo di lui, hanno visto nascere e crescere quella che oggi è la più grande e importante fabbrica ascolana, con il succedersi dei vari passaggi di proprietà fino all’attuale colosso americano Pfizer.

 

Alla soglia dei novant’anni il dottor Gianfranco Salvi, da grande appassionato di quella historia magistra vitae, ci ha ricordato lucidamente il passato. Per molti versi da rimpiangere, e dal quale avremo sempre da imparare.

 

Le storie di Walter: Gianfranco Salvi e la “Carlo Erba”


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