Sanità picena, dalla Cisl appello all’unità sindacale: «Insieme si vince»

ASCOLI - Cipollini: «Con circa 2000 dipendenti nell’Ast e oltre 1.600 iscritti alle varie sigle sindacali, abbiamo numeri e potenziale per fare la differenza. Ma serve determinazione»
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Sindacati e dipendenti Ast 5 protestano all’ingresso del “Madonna del Soccorso”

 

«La situazione è ormai al limite». È questo l’allarme lanciato dalla Cisl Funzione Pubblica riguardo le condizioni dell’Azienda Sanitaria Territoriale di Ascoli. Il progressivo impoverimento del personale, unito a ripetute violazioni dei diritti dei lavoratori, secondo il sindacato «sta compromettendo seriamente la qualità dei servizi sanitari pubblici».

 

A intervenire è Giorgio Cipollini, rappresentante della Cisl Fp, che si rivolge a tutte le sigle sindacali con un appello deciso: «È arrivato il momento di superare le divisioni interne. Solo un fronte sindacale unito può ottenere risultati concreti».

Giorgio Cipollini

 

Secondo la Cisl Fp, il clima all’interno dell’azienda è diventato sempre più difficile. A subire le conseguenze sono prima di tutto i lavoratori e, indirettamente, tutti i cittadini che quotidianamente si affidano al sistema sanitario pubblico.

 

Il sindacato sottolinea come troppo spesso i contrasti tra le diverse sigle abbiano distolto l’attenzione dall’obiettivo principale: tutelare chi lavora. «Ogni volta che siamo riusciti a lavorare insieme, qualcosa si è mosso. Da lì dobbiamo ripartire – afferma Cipollini -. Con circa 2.000 dipendenti nell’Ast e oltre 1.600 iscritti alle varie sigle sindacali, abbiamo numeri e potenziale per fare la differenza. Ma servono unità e determinazione».

 

Cipollini chiude il suo intervento con un messaggio rivolto a tutte le organizzazioni sindacali del comparto sanitario piceno: «Dopo questa campagna elettorale segnata da tensioni, il nostro impegno dev’essere quello di ricostruire una rappresentanza sindacale forte, coesa e credibile. Solo così potremo restituire dignità ai lavoratori della sanità e dare finalmente voce a un territorio troppo a lungo ignorato».


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