L’Archivio di Stato di Ascoli (Foto Mic)
In occasione dell’80° Anniversario della Liberazione, l’Archivio di Stato di Ascoli Piceno ospiterà, martedì 22 aprile, l’inaugurazione della mostra documentaria: “25 aprile 1945 /2025: 80 anni dalla Liberazione nei documenti dell’Archivio di Stato di Ascoli”.
L’iniziativa si colloca all’interno del ciclo regionale Marche Libere 2025, promosso dal Ministero della Cultura e dalla Direzione Generale Archivi. Un incontro pubblico (Sala Conferenze “Elio Lodolini” dell’Archivio di Stato di Ascoli, alle ore 16,30). al quale interverrà lo storico Costantino Di Sante, ricercatore presso l’Università degli Studi del Molise e consigliere dell’Isml di Ascoli Piceno, con una relazione dal titolo “Tornare liberi. L’Ascolano dopo l’occupazione nazifascista”.
Attraverso una ricca selezione di fonti originali provenienti dagli archivi prefettizi e di pubblica sicurezza, Di Sante ricostruirà il passaggio drammatico e complesso che visse la provincia di Ascoli Piceno tra la fine dell’occupazione tedesca e la lenta ricostruzione civile, amministrativa e morale del territorio. Dopo l’ingresso delle truppe alleate nell’estate del 1944, il territorio si presentava devastato: ponti distrutti, interi quartieri bombardati, acquedotti e centrali elettriche fuori uso, fabbriche ridotte in macerie e una popolazione stremata dalla fame, dalla paura e da mesi di repressione nazifascista. Oltre 35.000 sfollati, in gran parte provenienti dall’Abruzzo e dal sud Italia, erano distribuiti nei comuni dell’ascolano in condizioni precarie, mentre la disoccupazione colpiva duramente operai, impiegati e personale femminile.
Nonostante le difficoltà, emerse fin da subito la volontà della popolazione di voltare pagina e ricostruire. La rinascita politica fu una delle manifestazioni più vive di questo desiderio di libertà: nuovi partiti iniziarono a organizzarsi, primo fra tutti la Democrazia Cristiana, forte delle radici cattoliche del territorio, seguita dal Partito Comunista, che raccoglieva adesioni ampie ma anche l’adesione opportunistica di molti ex fascisti. Le autorità alleate avviarono rapidamente l’opera di defascistizzazione, sospendendo funzionari compromessi e favorendo il ritorno di un’amministrazione civile fondata su criteri democratici e di competenza. Fu un processo lento e non privo di tensioni, ma fondamentale per la ricostruzione del tessuto istituzionale.
Il quadro che emergerà dall’intervento di Costantino Di Sante è quello di una società ferita ma non vinta, capace di reagire e di gettare le basi di una nuova cittadinanza. In un contesto segnato dalla povertà e dall’incertezza, fu proprio la memoria della resistenza e il senso collettivo di “ritorno alla libertà” a tenere insieme una popolazione desiderosa di pace, lavoro e giustizia. L’Ascolano fu, in quei mesi, un microcosmo dell’Italia che stava nascendo dalle macerie, tra il bisogno di pane e quello di democrazia.
L’ingresso è libero fino a esaurimento posti. La mostra documentaria sarà visitabile in sede e online. Per informazioni e accrediti stampa: archiviodistato.ap@cultura.gov.it, 0736 251773
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