Le storie di Walter: la libreria “Minerva” nei racconti di un vecchio marinaio

ASCOLI - La storia di Tiziano Giovannelli, uno dei primi librai della città, e della sua memorabile missione a Honolulu, dall’altra parte del mondo. I libri sono stati il suo lavoro, ma i ricordi indelebili legati al mare, alla gioventù trascorsa a bordo di un vecchio sommergibile americano ed alle Hawaii lo accompagneranno per tutta la vita
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Giovannelli davanti alla sua libreria

 

di Walter Luzi

 

Tiziano Giovannelli, classe 1936, ascolano de li Callare, è nato e vissuto sempre lì. Così come tanti altri. Un senso di appartenenza molto sentito da quelle parti, da sempre, più forte che altrove. Un attaccamento ai luoghi, e alle altre persone residenti, forte, radicato, spontaneo, quasi innato. Quello che fa precisare a molti di loro, ogni volta che ce n’è l’occasione: «…ie nen sò de Porta Maggiore…i sò de li Callare…».

Il sommergibile Torricelli

 

Il padre, Remo è stato uno dei primi piccoli e più apprezzati imprenditori in edilizia della città. La mamma, Rosina, gli ha dato tre figli maschi. Dopo Carlo e Tiziano, Lucio. Lui, poco più che bambino, va a dare una mano al papà nei cantieri, dove può contare solo su pochi aiutanti. Si diploma anche, nel 1954, come tecnico motorista alla Scuola Industriale di Viale Dino Angelini. Appena diplomato, l’anno successivo, 1955, si arruola in Marina. Per necessità di un sostegno economico sicuro, visti i tempi, più che per passione marinara.

 

Tiziano Giovannelli al mare nel 1956

 

Frequenta il corso Cemm (Corpo Equipaggi Militari Marittimi, istituito nel 1948) a Taranto. Diventa presto un segnalatore provetto. Con le bandiere, e, di notte, con le luci. Un ruolo delicato e nevralgico nell’equipaggio di una nave. Resterà militare in Marina dai suoi diciotto fino a ventiquattro anni. Dopo la fine del corso segnalatori viene assegnato al comando in capo della squadra navale sempre a Taranto. Primo imbarco sul vecchio incrociatore Duca degli Abruzzi, già meritatamente avviato verso il definitivo disarmo del 1961.

 

«Era pieno di topi – racconta Tiziano – quando a tarda ora rientravamo dalla libera uscita, prima di coricarci sulle amache dovevamo cacciarli via dagli alloggi, che erano diventati, stabilmente, anche i loro».

 

Su questa nave parteciperà al dispiego di forze armate italiane per la ripresa di possesso della città di Trieste e di altri comuni limitrofi. Dopo la firma del memorandum di Londra dell’ottobre del 1957, infatti, alcune unità della Marina Militare attraccarono nel porto di Trieste, di supporto ai bersaglieri della brigata Ariete e ai fanti del reggimento Torino che ripresero il controllo della città dalle mani di reparti degli eserciti inglesi e statunitensi che lo presidiavano. Nel 1961 dopo il varo di una nuova nave militare nei cantieri Ansaldo di Livorno, il cacciatorpediniere Centauro, arriva il trasferimento su questa unità, sempre con l’incarico di segnalatore. Escono in mare tutti giorni, per testare scafo e armamenti in dotazione. Tiziano dipende a lungo direttamente dal capitano di vascello Caracciolo, discendente diretto della antica e nobile famiglia partenopea dei Principi di Torchiarolo. Fra i due si instaura subito un cordiale rapporto improntato alla stima reciproca. Il capitano Caracciolo accetta, sia pure a malincuore, di privarsi del miglior segnalatore del suo equipaggio solo di fronte ad una richiesta dell’ammiragliato. Per Giovannelli arriva infatti un incarico di grande prestigio, che gli farà vivere la più bella avventura di tutta la sua vita.

 

Nel 1956 al Telelux

Destinazione Hawaii

 

In Marina, entrare nel corpo dei sommergibilisti, non è una cosa semplice. Ci vogliono una domanda, visite mediche accurate, ed un esame severo peri candidati. Tiziano Giovannelli salta d’ufficio tutto l’iter burocratico. È semplicemente il migliore fra i segnalatori della Marina, e gli americani vogliono solo i migliori. La missione è quella di andare a prendere in consegna un vecchio sommergibile dismesso dalla U.S. Navy, il Lizardfish, e portarlo fino in Italia a potenziare la nostra flotta.

 

Solo che c’è da andare dall’altra parte del mondo. Alle isole Hawaii, nel bel mezzo dell’Oceano Pacifico. Base navale di Pearl Harbor, dove era passata la Storia, diciassette anni prima, con l’attacco giapponese, dipinto dalla propaganda statunitense come una pugnalata alle spalle che tale non era stata, e che aveva decretato l’entrata in guerra dell’America, risultata poi decisiva per gli esiti del conflitto. Le Hawaii sono distanti dall’Italia solo tredicimila chilometri in linea d’aria. Oggi, sessantacinque anni dopo, in aereo, ci vorrebbero ventiquattro ore di volo e un paio di scali tecnici. Giovannelli e compagni ci impiegheranno un po’ di più. Ma prima di partire c’è da studiare un po’ di inglese con un corso accelerato di quella lingua.

Di guardia sul Torricelli

 

 

Materia ostica per quasi tutti, tranne un paio di eccezioni, gli ottantatré uomini dell’equipaggio, fra ufficiali, sottufficiali, sottocapi e comuni. La grande avventura inizia al porto di Napoli con l’imbarco sul transatlantico Saturnia, una grande nave civile passeggeri che fa la spola, dopo le fermate di Lisbona e Halifax, con l’America.

 

Tredici giorni di navigazione. Da New York un aereo della Marina statunitense trasborda poi i marinai italiani fino a San Francisco, dall’altra parte degli States. Dalla California l’ultimo volo verso le Hawaii lo compiono su un cargo militare da trasporto merci. Si sistemano in uno spazio libero con un unico oblò in corrispondenza di uno dei portelloni che durante il volo, accidentalmente si apre pure, fortunatamente senza danni per nessuno dei passeggeri. Tutte le ansie, e la stanchezza per il lunghissimo viaggio, verranno comunque ripagate abbondantemente dagli agi del lungo soggiorno esotico.

 

Una missione indimenticabile

 

Gli alleati italiani sono infatti accolti calorosamente, e omaggiati con i lei, le tradizionali collane hawaiane di fiori, segno di affettuoso benvenuto, dalle giovani native molto ospitali ed altrettanto avvenenti.

 

Il testo continua dopo le foto 

A Honolulu con la caratteristica collana hawaiana di benvenuto al collo

Alla festa di benvenuto alla Marina Italiana a Honolulu

 

Vengono sistemati in alloggi confortevoli, e invitati alle numerose feste e ricevimenti organizzati in loro onore con danze e spettacoli folcloristici. Gli ospiti italiani si ritroveranno così, spesso anche sulle pagine dei quotidiani locali, con le loro uniformi bianche che tanto faranno figo, molti decenni dopo, anche Richard Gere nel famoso film Ufficiale e gentiluomo. L’addestramento diurno sul sommergibile, prima in affiancamento con gli americani per prendere confidenza con le strumentazioni di bordo, e, successivamente, con solo equipaggio italiano, fino a profondità di circa duecento metri, si alterna alle feste e ai tanti galà notturni. Tiziano Giovannelli ha occasione, in quei sei felicissimi mesi, di partecipare anche ad escursioni in luoghi da sogno, angoli incontaminati di quella sorta di paradiso terrestre che ricorderà per sempre. Occhi e sensi si riempiono della grandezza della Natura che in questa meravigliosa parte del mondo offre il meglio di sé.

 

A Pearl Harbour sul Torricelli

In uniforme di gala alla scuola TLC di Chiavari nel 1968

 

La sua è la stessa sconvolgente ammirazione per questo capolavoro del Creatore provata, duecento anni prima, dai marinai del veliero comandato da James Cook. I primi europei ad avere il privilegio di poterne contemplare la straordinaria bellezza. Ma l’incommensurabile stupidità degli uomini, costante di ogni epoca, porterà presto l’inferno artificiale, figlio delle loro follie belliciste oggi, purtroppo, prepotentemente tornate di stretta attualità, anche in questi paradisi naturali, avvelenandoli per sempre. Solo pochi anni dopo infatti, nel 1966, e per circa un trentennio, la Francia effettuerà qualche migliaio di chilometri più a sud, negli atolli incontaminati di Mururoa, Hao e Fangataufa, centinaia di esperimenti con i suoi ordigni nucleari. Il sommergibile Lizardfish sarà ribattezzato con il nome di Evangelista Torricelli, matematico e fisico del ‘600, erede di Galileo Galilei, studioso della pressione atmosferica ed inventore del barometro a mercurio.

Il Torricelli con equipaggio schierato

 

Il Torricelli lascia la base di Pearl Harbor, salutato dal lungo suono delle sirene, alle nove di mattina del 19 febbraio 1960. Sulla banchina una piccola folla è si è radunata per salutare la partenza degli italiani. Tante amare lacrime di addio furono versate quel giorno da molte giovani hawaiane rimaste sul molo a sventolare i fazzoletti bianchi con la mano. E altrettante furono quelle, trattenute a stento, anche da diversi marinai a bordo. Luccicano ancora, dopo sessantacinque anni, solo nel ricordare, anche gli occhi di Tiziano Giovannelli.

 

Il ritorno a casa

 

Il Torricelli impiega quarantacinque giorni di navigazione per tornare in Italia, via canale di Panama, dove sosta a Balboa. Quindi, dopo uno scalo tecnico a Key West, in Florida, la lunga e fortunatamente tranquilla, traversata oceanica fino alle colonne d’Ercole di Gibilterra, e poi nel Mediterraneo, verso il porto di Taranto. Solo poche ore al giorno di esercitazione nella navigazione in immersione.

 

«In superfice, soprattutto di notte – racconta sempre Tiziano – erano frequenti gli incontri con altri bastimenti. In quel caso, con il mio segnalatore luminoso, evidenziavamo la nostra posizione comunicando nome e nazionalità della nostra unità». Il Torricelli fa il suo ingresso trionfale nel porto di Taranto il 6 aprile 1960. Due dragamine gli vanno incontro per scortarlo fino in porto a sirene spiegate. Sul molo di Porta Ponente dove ormeggia, sono già schierati per rendere gli onori militari al suo equipaggio, il picchetto d’onore e la banda musicale della Marina.

 

Tiziano al mare con la moglie nel 1967

Con la moglie nel 1968

Le transenne arginano a stento una folla di spettatori civili accorsi al porto per l’evento, fra cui, da tutta Italia, moltissimi parenti e amici dei marinai di ritorno. In mezzo a loro freme anche una bellissima ragazza ascolana, Bruna, la giovane fidanzata di Tiziano Giovannelli che, di lì a poco, diventerà sua moglie. Solo dopo avergli strappato sotto il naso però, tutte le foto che lo ritraggono in compagnia di fascinose ragazze hawaiane, molto calorose e poco vestite. Le immagini di quel periodo fantastico della sua vita vanno così distrutte. I ricordi, invece, no. Quelli non potrà mai cancellarglieli nessuno.

La libreria Minerva affollata di clienti nel 1985

 

La Minerva

 

La permanenza in Marina di Tiziano Giovannelli si interrompe bruscamente nel 1961. Mentre il Torricelli è ormeggiato nel porto di Trieste, per futili motivi viene punito ingiustamente dal suo comandante. Tiziano la prende male, e chiede di essere trasferito immediatamente ad altra destinazione. Quando la sua richiesta viene rigettata dallo stesso ufficiale, decide di lasciare la Marina.

 

Torna a casa e trova quasi subito un lavoro all’Anic di Ravenna che opera nel comparto petrolchimico. Dura poco. Perché la paga, 23.000 lire al mese, è bassa e, quasi per intero, se ne va per pagare la pigione della casa, 15.000 lire al mese, che ha dovuto prendersi in affitto. Inevitabile il nuovo rientro nella a sua città e la ricerca di un’altra opportunità lavorativa.

La famiglia Giovannelli al mare con i figli piccoli

 

Il fratello Lucio lavora come contabile alla Edilpietra di Acquasanta e, insieme ad un collega suo socio, hanno deciso di rilevare la libreria l’Agenzia Libraria Picena del professor Censori in Corso Trento e Trieste, vicino alla Banca Nazionale del Lavoro. Ma ci vuole qualcuno che la segua a tempo pieno. Sarà questo il lavoro di Tiziano, il libraio, nella libreria acquistata dal fratello. Che presto si trasferirà in corso Mazzini, all’angolo con via D’Ancaria, e si chiamerà La Minerva in ossequio alla omonima, italica, casa editrice. È il 1963.

 

È proprio Tiziano a scegliere il nome dell’attività in un quella nuova piccola sede. Un locale di ridotte dimensioni al pianterreno pieno di scaffali, ma che può contare su un capiente magazzino al piano interrato. La concorrenza è poca in quei tempi. I fratelli Dante, Vincenzo e Margherita Prosperi hanno aperto la storica Libreria Prosperi già sul finire degli anni Quaranta, in Largo Crivelli, unico punto di riferimento importante nel settore. E poi c’è la Massimi & Taddei in corso Vittorio Emanuele.

 

Nei primi anni Settanta, arriveranno, fra le altre, anche l’Orvietana degli Alborea in via Mari e la religiosa Cattolica in Piazza Arringo. Nel 1976 in Corso Trento e Trieste apre La Rinascita, seguita, nei primissimi anni Ottanta, fra le altre, dalla Centrale di Daniela Di Biagio in via Clementi, e dalla Fortezza nella omonima via. Subito dopo il matrimonio, nel 1965, con Bruna Ferretti, anche la moglie arriva in libreria a dargli una mano. Dal loro matrimonio nasceranno Ivan, nel 1971, e Arianna, nel 1973.

 

Minerva crocevia di amici e vip

La Minerva lavora molto con i libri di testo scolastici. Arriverà a contare duemila clienti, solo per questo servizio. Qualche anno dopo, in via Ceci, Giovannelli apre anche un negozio di giocattoli gestito dalla nipote Emanuela. Molti gli amici che lì dentro si ritrovano nella sua libreria solo per il piacere di scambiare quattro chiacchiere. Dei più cari, Tiziano tiene una foto incorniciata appesa in casa. Ce li indica uno ad uno. Da sinistra Ennio Musati, un ex marinaio anche lui, Pietro Sorci, il sarto, il tunisino Abdel Kader Gasmì, il primo straniero a sfilare nel corteo storico della Quintana dietro al gonfalone di Sant’Emidio, il giornalista Andrea Travaglini, e poi, sarti anche loro, Franco Mariani e Franco Saldari.

In maschera a Carnevale all’interno della libreria Minerva

Giovannelli in libreria con la moglie e l’amico giornalista Travaglini nel 1989

In libreria Minerva con gli amici più cari

 

Ma la libreria Minerva è stata frequentata anche da vip. Come il professor Carlo Vittori, allenatore plurititolato ascolano delle nazionali di atletica leggera, e di un campionissimo come Pietro Mennea. E da due grandi personaggi del cinema, durante le riprese in città del film Alfredo Alfredo, del 1972. Il regista Pietro Germi e il protagonista, il divo americano Dustin Hoffman, che entrano anche loro a curiosare alla libreria Minerva durante le pause di lavorazione. Tutti grandi onori per Tiziano Giovanelli che, dopo i sommergibili in Marina e i tomi della sua libreria, avrà tante altre passioni nella sua vita. A cominciare dalla Quintana. Nel corteo storico ha ricoperto vari ruoli per il sestiere di Porta Maggiore, di cui è stato anche, per un periodo, consigliere. Ha sfilato fino a qualche anno fa per passare poi l’ideale testimone al figlio Ivan, tutt’ora uno dei più prestanti Quintanari del corteo.

Giovannelli nel corteo storico della Quintana

Giovannelli nel coro Amici del Vernacolo

Con la moglie a Reggio Calabria nel 2008

 

Tiziano è stato poi anche giudice di gara della federazione di atletica leggera Fidal a livello regionale. Non solo. Vanta esperienze lusinghiere anche come attore teatrale, spesso protagonista principale delle commedie rappresentate, e come primo tenore, già dai primi anni Ottanta, nei cori de La Piccozza prima, e con gli Amici del Vernacolo, poi. Nei primi anni Settanta è fra i fondatori, con Gigi Luzi, Rodolfo Bruni, in arte Lolò, e Romano Catani, dell’Ascoli Club Caldaie. Tante le feste sulla piazzetta de li Callare, che animerà anche in veste di improvvisato presentatore, con tanto di ballo liscio in piazza, merende e sbicchierate in allegria. Sempre presenti allenatori e giocatori dell’Ascoli di ogni epoca con il presidentissimo. Tante le trasferte dei tifosi al seguito della squadra, che organizzerà. Una epopea quella, entusiasmante e irripetibile, i cui fasti riecheggiano ancora su uno dei muri esterni di casa Catani, affacciata sulla piazzetta de li Callare. È un murales, recentemente restaurato, che raffigura Costantino Rozzi insieme a Carlo Mazzone, i primi artefici della realizzazione di un grande sogno. Ricordi che mettono ancora i brividi. Come quelli delle spiagge di Honolulu.

Con la divisa dei marinai in congedo

 

Tiziano Giovannelli in Piazza del Popolo nel 2014

Giovannelli oggi

Una spiaggia delle Hawaii

Il murales de li Callare dedicato a Rozzi e Mazzone


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