Papa Francesco sui luoghi del sisma
di Andrea Pietrzela
Tutta l’umanità di Papa Francesco riecheggia nel cuore di Ascoli. L’apertura del Consiglio comunale di oggi, 24 aprile, con le parole del sindaco Marco Fioravanti e dei consiglieri Francesco Ameli e Patrizia Palanca, è stata dedicata ad un ricordo del Santo Padre deceduto lo scorso 21 aprile a 88 anni. Temi centrali, a Palazzo dei Capitani, la sua visita a sorpresa nella zona delle Marche colpita dal sisma nel 2016 e gli insegnamenti che il Papa ci lascia, anche in chiave politica, per il futuro.
Marco Fioravanti con Papa Francesco
«Voglio ringraziare Papa Francesco per tutto quello che ha fatto e per il potere che ha dato dalle sue parole – dice Fioravanti – Ha cambiato la società e la sensibilità rispetto ai più deboli e ai poveri. E soprattutto ha avuto la capacità di rendere un’istituzione così importante presente al fianco delle persone. Oggi possiamo prendere la sua esperienza di vita, anche all’interno della Chiesa, per poter fare sempre di più a favore dei più deboli, dei più fragili, delle persone con disabilità.
A tendere la mano all’altro, pensare che da soli non ce la possiamo fare e che si possiamo salvare solo se siamo insieme. Un altro valore che ha messo al centro del dibattito, anche politico, è il tema del lavoro, facendo comprendere che il lavoro è importante non solo per dare una retribuzione all’uomo, ma anche la dignità. Papa Francesco ha messo al centro dei dibattito polacco mondiale il lavoro come elemento per unire, aiutare i più deboli e portare all’evoluzione la società. Quindi grazie a Papa Francesco. Essendo lutto nazionale, abbiamo sospeso tutti gli eventi ludici o sportavi».
«Fedeli, rappresentanti di fede diverse e semplici cittadini stanno portando fede a Papa Francesco, un uomo che ha segnato profondamente gli ultimi 12 anni della storia contemporanea con la sua coerenza e la sua schiettezza – le parole di Ameli – Egli non ha mai cercato applauso ma sempre parlato con franchezza e rispetto per tutti, senza mai rinunciare a denunciare le ingiustizie persino quando chi lo ascoltava restava indifferente. Questa radicale integrità, signor Presidente del Consiglio e signor Sindaco, l’unione tra ciò che si predica e ciò che si pratica, deve diventare bussola dell’azione politica. Il suo monito più forte rimane che nessuno si salva da solo: parole che hanno trovato un eco profonda anche qui nel Piceno quando quel 4 ottobre 2016 Papa Francesco si recò ad Arquata del Tronto e nel cratere sismico. Ricordo, ricordano ancora, le emozione di vederlo tra le tende da campo, inginocchiato a pregare tra le macerie mentre raccoglieva il dolore di chi ha perso tutto. Dimostrò che la solidarietà non è un concetto astratto ma un abbraccio concreto che lenisce le ferite e ridà speranza».
Ameli ricorda Papa Francesco
«Papa Francesco ha spesso citato con ammirazione l’esempio dei pescatori di San Benedetto del Tronto, definiti veri “custodi del mare”, che a proprie spese hanno pescato tonnellate di plastica per restituire pulizia e vita alle nostre acque – continua Ameli – Ne parlò con affetto e orgoglio riconoscendo in quella loro dedizione un segno concreto di cura per il creato e lanciando un monito a non considerare la salvaguardia dell’ambiente un lusso bensì una responsabilità condivisa. Nelle sue encicliche il Papa ha legato indissolubilmente la giustizia sociale e la tutela del pianeta, ricordandoci che chi paga il prezzo più alto del degrado climatico sono le persone più fragile e i territori più esposti. Ai nostri occhi le sue parole si traducono nell’urgenza di coltivare stili di vita e modelli di sviluppo che non inseguano solo il profitto ma punto a risanare il rapporto tra uomo, comunità e natura. Ancora: Papa Francesco ha sostenuto che il dialogo perseverante, anche quando non fa clamore, è quel “lavoro silenzioso”, così lo definì lui, “che costruisce la pace”.
Papa Francesco ad Arquata
Questa eredità ci invia a tenere a aperto i canali di confronto non per appenare a ogni costo le diversità, ma per valorizzarle in un progetto comune che vada oltre gli schieramenti capace di unire le energie su temi come la solidarietà, la difesa dei diritti e la cura del creato. Nel ricordarlo non ci basta richiamare la sua memoria con una formula di circostanza, dobbiamo custodire il suo insegnamento traducendolo in coerenza e stili di vita e scelte che riflettono ogni giorno il suo invito alla misericordia, alla giustizia sociale e alla cura reciproca. Così anche la nostra città si potrà affermare come una comunità capace di salvarsi insieme restituendo credibilità alla politica e alla speranza di futuro».
Papa Francesco con Patrizia Palanca
Anche la consigliera Palanca, che era presidentessa del plesso scolastico del cratere, ci tiene a ricordare Papa Francesco: «Si presentò ad Arquata del Tronto senza nessun formalismo e senza avvisare nessuno, arrivando nelle Marche in modo silenzioso con un’utilitaria, solo per abbracciare i bambini dell’istituto comprensivo di Acquasanta e di Arquata. Lì abbiamo capito la sua umanità e il suo dolore.
Lo accompagnai nella tendopoli, che erano aule di alunni. Lui volle restare da solo per pregare e piangere. Un uomo così grande e così potente che andava dove lo portava il cuore e verso coloro che avevano realmente bisogno di toccare con mano che la solidarietà non è un concetto astratto. E che la resilienza si ha solo quando si avverte una forte emozione e la vera vicinanza delle persone».
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