di Gabriele Vecchioni
Alla Bottega del Terzo Settore si è tenuta un’interessante conferenza, coordinata dall’Uplea, Università Popolare Itinerante del Tempo libero e della Libera Età. L’incontro, organizzato in collaborazione con il Museo Archeologico Statale di Ascoli e con il contributo dell’Assessorato Comunale ai Servizi Sociali, aveva l’evocativo titolo “Lungo la Via Salaria Gallica. Diario di viaggio”.
L’Uplea è un’ ”università popolare itinerante” con corsi che si svolgono in sedi diverse, così da coltivare rapporti di collaborazione con altre istituzioni culturali. Tra questi c’è il corso di Archeologia, ospitato nella prestigiosa sede del Museo Archeologico, al quale si è affiancato quello di Lingua e Letteratura latina, accolto quest’anno dall’Archivio di Stato.
Durante i corsi sono stati approfonditi alcuni temi legati alla storia e alla cultura di epoca romana, non solo nella città picena ma in tutto il territorio compreso tra i fiumi Esino e Tronto (all’interno, cioè, della Regio V Picenum nella suddivisione amministrativa di Augusto. In particolare, l’interesse si è rivolto alla Via Salaria Gallica che collegava le aree interne da Asculum (Ascoli Piceno) fino a Forum Semproni (Fossombrone) nell’Ager Gallicus, passando per Falerio (Falerone), Urbs Salvia (Urbisaglia), Ricina (Macerata) e Aesis (Iesi). Durante il corso di Archeologia si sono tenute lezioni propedeutiche alla visita nei luoghi individuati lungo la Via Salaria Gallica: l’area Archeologica di Urbs Salvia, l’Abbazia di Fiastra e il teatro romano di Falerio Picenus. I relatori sono stati il dott. Francesco Pizzimenti (Strade e sistemi viari nel Piceno in epoca romana) e la dott.ssa Sofia Cingolani, direttrice del Museo Archeologico Statale di Ascoli Piceno e del Parco Archeologico di Urbs Salvia (Il Parco Archeologico di Urbs Salvia).
La conferenza di giovedì 24 aprile è stata il momento conclusivo dell’iniziativa; i momenti salienti sono stati raccontati in una piccola pubblicazione, realizzata grazie al contributo dell’Amministrazione comunale, distribuita agli intervenuti. In conclusione, un’iniziativa interessante, auspicio a progetti futuri simili.
Ma vediamo di approfondire (brevemente) l’interessante tema della Via Salaria Gallica.
Dalla relazione del prof. Pizzimenti, si evince fu determinante il ritrovamento del Lapis aesinensis, una lastra rivenuta nel 1969 nell’alveo del fiume Esino: un’epigrafe di età augustea che attesta la costruzione di una strada voluta da Marco Ottavio Asiatico per raccordare la Salaria Picena ad Ancona con la Salaria Gallica passante per Iesi. La prima è la litoranea proveniente da Castrum Truentinum (l’attuale Martinsicuro, in provincia di Teramo) e la seconda è la via interna che da Asculum passava per Urbs Salvia, Ricina, Aesis fino a raggiungere l’Ager Gallicus.
In località Taverna Piccinini (a ovest della frazione ascolana di Mozzano), vicino al bivio per Roccafluvione, è stato individuato un tratto acciottolato: era la Via Salaria Gallica che si staccava dalla Consolare (Salaria). Nelle vicinanze si trovano le saline di Mozzano ed è stata ipotizzata la presenza in di una statio (Taverna Piccinini?). La Salaria Gallica proseguiva verso nord, per la zona di Comunanza, dove viene localizzato il centro (disperso) di Novana. Proprio a Comunanza esistono i resti di un centro termale di epoca romana.
La seconda parte dell’incontro ha riguardato l’area archeologica di Urbs Salvia (l’attuale Urbisaglia, in provincia di Macerata).
Dopo la conquista del Piceno (268 AC), una prima comunità romana che fonda un conciliabulum; più tardi (133-111 AC) nasce la colonia di Pollentia. Con l’arrivo di coloni veterani delle guerre civili (43-33 AC) si ha l’ampliamento della città, che diventa Urbs Salvia in età augustea. Tra i cittadini urbsalviesi notevoli spicca Flavio Silva Nonio Basso, il generale di Tito che, nel 73 DC, legò il suo nome all’episodio della conquista della fortezza zelota di Masada. Fu proprio Basso, nell’81 DC, a far costruire a sue spese il grande anfiteatro da cinquemila posti, ancora in uso (dopo duemila anni!) per spettacoli estivi.
Dopo l’abbandono e un lungo periodo di trascuratezza dell’area, Urbisaglia “rinasce” nel sec. XX; grazie alla collaborazione con l’Università di Macerata, nascono il vasto Parco Archeologico (ben 40 ettari di estensione) e il Museo archeologico, attualmente chiuso per i danni subiti dal sisma del 2016.
L’escursione a tema (archeologico) dell’Uplea si è conclusa nella splendida Abbazia di Chiaravalle di Fiastra, edificata del sec. XII dai monaci cistercensi, con la chiesa dedicata al Maria Vergine, edificata nello stile austero e senza decorazioni tipico di questa comunità monastica. Il complesso di edifici è inserito in un’ampia area verde (riserva naturale).
La giornata organizzata dall’Uplea si è conclusa con un intervento di Luigi Coccia sul tema “Gioca con il clima”, momento conclusivo di una iniziativa tenutasi la settimana scorsa e della quale Cronache Picene ha fornito tempestivo resoconto.
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