SAN BENEDETTO - L’ennesima buona ordinanza dirigenziale (segue quella sindacale), promette e permette la rimozione di quelle parcheggiate fuori dagli appositi spazi. Ma sul lungomare le rastrelliere sono insufficienti e così ognuno si arrangia. Una possibilità su mille che il velocipede venga rimosso
di Epifanio Pierantozzi
Il lungomare di San Benedetto è lastricato di buone intenzioni: ovvero di tante biciclette e ben poche rastrelliere. Perciò torniamo a ribadire quanto scritto il 22 maggio scorso“La rimozione dei velocipedi, occasione da sfruttare fra un anno”, ovvero che ci voleva un applauso per quella Ordinanza Sindacale (la numero 12 del 22 febbraio 2018), come ci vuole ora per l’ordinanza dirigenziale (la nuimero 633 del 3 luglio 2018). Infatti queste due ordinanze cercano di mettere un po’ di ordine nel caos del parcheggio delle due ruote a pedali, e non solo.
CHI PARCHEGGIA MALE È PERDUTO… FORSE – La nuova ordinanza punta l’attenzione della Polizia municipale sulla rimozione di biciclette – funzionanti – “rinvenute al di fuori delle rastrelliere, fissati agli arredi pubblici, ai pali della luce e della segnaletica, ai cartelli pubblicitari, monumenti, elementi di arredo urbano, fioriere, sostegni della segnaletica stradale, pali della pubblica illuminazione (ma “pali della luce” di prima non è lo stesso?, ndr), alberi, etc., che ostruiscano passaggi pedonali o ciclabili o impediscano la normale fruizione dei marciapiedi da parte dei cittadini”, si legge al punto 2 dell’ordinanza.
TAVOLI CON LE RUOTE – C’è anche il punto 1 della ordinanza numero 12 “la… rimozione andrà comunque applicata quando lo spazio libero delle aiuole, dei marciapiedi o degli spazi utilizzabili dai pedoni sia inferiore a m. 1,50…”. Ordinanza non applicabile a sedie e tavolini poiché non hanno ruote e pedali!
VORREI, MA NON POSSO! – Con l’ordinanza in mano siamo andati a fare un giro, piccolo piccolo, sul lungomare in un lunedì mattina. Giorno tranquillo, solo per vacanzieri. Il risultato della passeggiata è sconsolante poiché, in neanche un chilometro, di rastrelliere ne abbiamo contate una dozzina, ovvero 70 o 80 posti dove sistemare la bicicletta nel rispetto dell’ordinanza. Il resto è “arrangiatevi”! Ci sono quelli che vorrebbero stare in regola e appoggiano la due ruote proprio vicino alla rastrelliera; chi non ci pensa proprio e lega la sua – spesso in coppia con una da donna o piccola da ragazzo – al palo dell’illuminazione o all’alberello tenuto su da un paio di pali. Non manca chi preferisce la balaustra o l’ingresso del bagno, così risparmia qualche passo. Insomma, il solito parcheggio alla “dove trovo posto”. Non bello da vedere, ma non ci sono alternative, rastrelliere.
QUELLI CHE… – Però, se da una parte ci sono quelli che vorrebbero o potrebbero parcheggiare “secondo ordinanza”, altri proprio se ne fregano. Chi mette la bici sì sulla rastrelliera, ma che sporge sul marciapiede; altri preferiscono legarla al centro del marciapiede, ma non secondo il senso di marcia, bensì di traverso; altri che scelgono di allinearne 3 o 4 – sempre sul marciapiede – per risparmiare sulla catena per legarle. Infine ecco i migliori: sempre su due ruote, ma col motore. Perché lasciare ciclomotore o moto sugli spazi tra strada e pista ciclabile, quando sotto un oleandro o una palma, a ridosso del marciapiede sta al fresco?
Insomma: le Ordinanze ci sono e, se rispettate, darebbero un aspetto migliore al lungomare, ma mancano i mezzi – rastrelliere – o la volontà – quelli che se ne fregano, a prescindere – per rispettarla.
Inutile dire che di rimozioni non se ne vedono, anche perché i pochi vigili urbani dovrebbero girare con una tronchese e un furgone per poi caricarvi il velocipede.
Va bene anche così, ma per favore, Signori Amministratori, quando fate una buona ordinanza fate in modo che i cittadini (quelli volenterosi e ligi al dovere) possano rispettarla, altrimenti Voi vi lavate la coscienza, ma il lungomare resta “lastricato di buone intenzioni”.