di Bruno Ferretti
Durante i ritiri precampionato delle squadre di calcio, fra un allenamento e l’altro, spesso si verificano episodi goliardici e scherzi che servono per creare un clima migliore e soprattutto cementare il nuovo gruppo. Aspettando il suo primo campionato di serie A (1974-1975) l’Ascoli svolse il ritiro precampionato a L’Aquila (714 metri di altitudine). Si trovò bene e ci tornò. Alla fine degli anni ’70, i bianconeri si spostarono sulla collina pesarese, a Piobbico, minuscolo centro, noto a livello internazionale come sede del “Club dei brutti” nato nel 1879 che conta 25 centri e 30mila iscritti nel mondo. Facile l’ironia di alcuni quotidiani: “è l’Ascoli la squadra più brutta d’Italia”.
Pino Greco, trequartista leccese, aveva 20 anni e buone doti tecniche, era considerato anche un latin lover. Non indifferente al fascino femminile, ogni tanto Greco spariva dal gruppo e allora l’allenatore, Mimmo Renna incaricò il suo vice Aldo Sensibile (leccesi anche loro) di andarlo a cercare. E Sensibile partiva con la bicicletta dell’albergo, girando per Piobbico, alla ricerca di Greco. Una volta, poco prima dell’ora di cena, lo trovò in gentile compagnia in un stradina di periferia. E non stava… firmando un autografo. Sensibile, come suo dovere, riferì a mister Renna. Inevitabile multa per Greco che da quel giorno, fino al termine del ritiro, fu controllato a uomo da Sensibile con la prospettiva di essere rispedito a Lecce se ci avesse riprovato. Questo non accadde e Greco, che aveva talento da vendere, disputò un gran campiomato. Sempre nel paese sede del “Club dei brutti”, ne successe una ancora più strana. L’Ascoli era in preparazione con il nuovo allenatore Francesco “Ciccio” Graziani, strappato alla Fiorentina che nella stagione precedente aveva guidato i viola in Coppa Uefa. Rozzi si recò a Firenze per convinncere il conte Pontello a liberare Graziani e ci riuscì. L’ex campione del mondo del 1982 in Spagna ad Ascoli fu accolto come un divo. I tifosi bianconeri sognavano nuovi giorni di gloria. Trovandosi a passare in autostrada da quelle parti, e avendo un paio di ore di tempo, il presidente Rozzi disse all’autista: “Usciamo a Pesaro e facciamo un salto a Piobbico a vedere l’allenamento della squadra”. E così fecero.
Andarono direttamente al campo dove Rozzi, con sua grande sorpresa, vide che a guidare la squadra non c’era Ciccio ma due uomini del suo staff. “Dove sta Graziani?” Chiese Rozzi. Gli risposero che era rimasto in albergo. Oltremodo sorpreso, il presidente passo in hotel e trovò Graziani nella hall a giocare a carte con altri tre. La cosa non piacque per niente a Costantino. Dopo qualche giorno l’amichevole Vis Pesaro-Ascoli si concluse 5-1, e sarebbe stato 5-0 se all’ultimo minuto il terzino Colantuono non avesse realizzato il gol della bandiera, in mischia, su azione d’angolo. Rozzi, infuriato per quella figuraccia (la Vis era una formazione di serie D) senza esitare troppo decise di esonerare subito Graziani. Mancavano pochi giorni all’inizio del campionato 1990-1991. Al suo posto chiamò l’esperto Nedo Sonetti che pilotò l’Ascoli in Serie A. Quarta promozione di Rozzi dopo quelle con Carlo Mazzone (1973-1974), Mimmo Renna (1977-1978) e Vujadin Boskov (1985-1986).
L’Ascoli, che negli anni ’80 con mister Mazzone ha svolto diversi ritiri quasi in… casa, e cioè a San Marco facendo la spola con il campo sportivo della vicina Carpineto, in tempi più recenti ha scelto anche il Lazio (Poggio Bustone, il paese natale di Lucio Battisti, e Amatrice) e l’Umbria (Norcia e Cascia). Il ritiro più lontano, con il compianto allenatore Eugenio Bersellini, resta senza dubbio quello dell’estate 1989 al Nevegal in provincia di Belluno.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati