di Giulia Civita (*)
La storia della Quintana, che ricominciò nel 1955 e che fa ancora bella e importante la città di Ascoli, è ricca anche della figura di Serafino Orlini come primo sindaco. Il sindaco della Ricostruzione. Nacque in Ascoli Piceno il 29 settembre 1892. Studiò a Roma e si laureò in Giurisprudenza a Modena il 23 gennaio 1917. Esercitò la professione di avvocato dal 1919 e fu vice pretore dal 1919 al 1924. Fu eletto sindaco nel 1946. Riportano le cronache: “Il Sindaco Orlini ha detto che nell’accettare l’incarico, delicato e gravoso, sentì nel profondo della sua coscienza che da quel momento si poneva completamente al servizio della sua Ascoli e della Democrazia”.
Non si contano le opere eseguite per Ascoli. Tra queste quella più importante forse fu la costruzione dell’acquedotto di Pescara d’Arquata con l’aiuto dei nostri parlamentari: il ministro Umberto Tupini, il senatore Amor Tartufoli e il deputato Renato Tozzi Condivi. Spesso vennero in Ascoli il Presidente del Consiglio dei ministri, sottosegretari e ad altre personalità del mondo politico nazionale. Ogni volta il sindaco Serafino Orlini ripeteva loro che quanto aveva fatto non era merito suo ma degli ascolani e dei suoi collaboratori. Si interessò anche del turismo e volle la rievocazione della Quintana che nel 1955 lo vide Magnifico Messere per quasi sette anni. Lasciò il suo posto di sindaco nel 1960 e fu nominato presidente della Cassa di Risparmio, carica che mantenne fino alla morte avvenuta il 3 luglio 1965.
E ritorniamo alla Quintana, alle Olimpiadi di Roma del 1960 che si tennero al Circo Massimo dinanzi a una folla cosmopolita che fu vista anche attraverso la ripresa diretta in Eurovisione anche dagli ascolani rimasti a casa. Il corteo quintanaro era guidato dal sindaco Orlini in qualità di Magnifico Messere che, alle ore 18 del 4 settembre, esortava i cavalieri a gran voce: “Per la gloria di Roma olimpica, combattete lealmente o cavalieri della Quintana di Ascoli”. Il sindaco Orlini era talmente entusiasta di rappresentare la città di Ascoli che quanto consegnò il Palio al vincitore delle Olimpiadi, il mitico Luigi Civita, aveva le lacrime agli occhi mentre gli diceva: “Ti ho consegnato il primo premio (nel 1956 Civita aveva vinto la Quintana ad Ascoli in sella a Farfalla, ndr) e ti consegno anche l’ultimo (perché avrebbe finito il suo mandato da sindaco, ndr)”. Quanto entusiasmo, quanto amore! E’ grazie a questi uomini e, dopo di loro ad altri come Giacinto Federici per la Quintana lavorava tutto l’anno, che la Quintana è ancora viva. E la storia continua…
(*) scrittrice
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