di Monia Orazi e Marco Ribechi
Una folla oceanica per il gran finale di Risorgimarche. Per Lorenzo Cherubini, alias Jovanotti, un’intera valle si è riempita. Immenso il colpo d’occhio nei territori di Matelica e dell’abbazia di Roti dove a iniziato a confluire un fiume di gente già dalle prime ore del mattino. «Qualcuno dice 70mila, per me eravamo molti di più. Eravamo Uno. Vi siete fatti 8 chilometri a piedi e avete costuito una cosa bellissima, tra il prato e il cielo. Viva Risorgimarche e grazie per l’accoglienza. Neri Marcorè sei un organizzatore super oltre al grande artista che conoscevo». Musica e parole di Lorenzo Jovanotti al termine del fantastico concerto andato in scena oggi pomeriggio all’Abbazia di Roti, nel territorio di Matelica, assieme alla sua band (tra cui il marchigiano Saturnino).
L’anfiteatro naturale non lontano dalla millenaria abbazia in rovina, si è riempito sin dal mattino presto di ombrelloni multicolori, tende colorate, persone arrampicate sino al margine del bosco, pur di non perdersi l’ultima tappa di Risorgi Marche, la rassegna musicale per i territori colpiti dal sisma, che porta la musica negli incantevoli scenari dei Sibillini. Decine di migliaia di persone hanno cantato e ballato con “Jova”, applaudito i suoi successi più belli. Il percorso in fondo agevole degli otto chilometri per arrivare al luogo del concerto é stato reso più faticoso dal gran caldo di agosto. Lunghissime le file alle autobotti per rifornirsi d’acqua e agli stand della birra. Al centro della valle il palco circondato ad ogni lato da migliaia e migliaia di persone, ma la possibilità di incontrare l’artista da vicino è riservata ai pochi delle prime file. Per gli altri oltre alla gioia di godere della musica da lontano anche la soddisfazione di far parte di un movimento di persone pronte a tornare nei luoghi del terremoto per condividere oltre al suono anche la bellezza dei paesaggi.
Emozionante sentire l’applauso fragoroso di migliaia di mani in mezzo alla natura, Lorenzo, ricambia l’affetto a colpi di canzoni, alcune prese anche dal repertorio di altri artisti come L’italiano o Che sarà. Poi, all’improvviso, al ritmo di reggae la montagna inizia a saltare e qui si svela tutta la forza e il potere aggregativo di Risorgimarche. Quando il pubblico canta all’unisono la pelle è attraversata da un brivido. “Questo è l’ombelico del mondo” e sale l’energia, ” Di più di più” grida Jovanotti ai presenti e il fragore delle mani rimbomba tra le montagne. Parte l’appello dei singoli comuni della regione a cui il pubblico risponde con un boatoogni volta, ci sono proprio tutti. Il ragazzo fortunato ha saputo regalare un pomeriggio di allegria e relax, grazie al suo rinomato pensiero positivo.
«Voi siete matti, me lo avevano detto che nelle Marche siete matti, ma non ci credevo – ha detto Jovanotti alla folla sterminata dell’Abbazia di Roti – Te Neri sei matto, vi avevo guardato sui social, ma essere qui è incredibile, siete meravigliosi. Quanta bellezza, quanta verità, quanta passione, quanto cuore vedo in questa terra, che se pur ferita ha voglia di rinascere – ha sottolineato il cantante – Che bello essere qui, grazie per avermi invitato a RisorgiMarche». Neri Marcorè, che è stato protagonista del concerto suonando la chitarra con Jovanotti, ha detto: «Risorgi Marche è un festival di amore e passione per una terra che sta risorgendo, chi è qui vuole fare qualcosa di concreto, questo concerto è da brividi lo ricorderemo per sempre, è un posto dove si sta bene, uno dei luoghi simbolo della Resistenza, salutiamo l’Anpi e ricordiamo che la libertà che abbiamo oggi, è grazie ai partigiani che hanno agito qualche decennio fa».
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