di Andrea Ferretti
La Quintana va in archivio ed è tempo di bilanci. In attesa dei numeri relativi agli spettatori al Campo dei Giochi e ai telespettatori che dalle 18 alle 19 hanno seguito la diretta su Rai 3, il bilancio è quello di Giostra e corteo. La Giostra è stata spettacolare perché si è decisa con gli ultimi giri di pista di Luca Innocenzi (Porta Solestà) e Massimo Gubbini (Porta Tufilla).
Il corteo è stato migliore rispetto a quello di luglio, complice il caldo torrido che ha probabilmente annichilito la maggior parte dei 1.200 figuranti di Sestieri, Gruppo Comunale e Castelli. Numerose le persone costrette a ricorrere alle cure dei sanitari: tre ragazzi sono crollati sabato sera in Piazza Arringo durante l’Offerta dei Ceri, una ventina quelli cui si sono piegate le gambe durante le fasi di assestamento al Campo dei Giochi. Una follia (più dei genitori che dei Sestieri) far sfilare a simili temperature ragazzini e ragazzine dove i più vecchi hanno forse 16 anni. I volontari della Croce Verde hanno avuto il loro bel da fare dietro le quinte: alle ore 16 la palestra sembrava già un ospedale da campo, con il medico che correva da una lettiga all’altra. Alla fine si sono ripresi tutti: qualcuno è tornato al suo posto, qualcun altro è andato casa.
Le vittime del caldo non hanno età, ma quanto avvenuto domenica è la conferma che la Quintana non può diventare una processione tipo Corpus Domini aperta anche a tanti bambini. La maggior parte di questi, con netta maggioranza femminile, ricoprono ruoli come chiarina, tamburino e sbandieratore: una forzatura storica che mina pericolosamente origini e tradizione della Quintana che resta una rievocazione storica e non una manifestazione folcloristica. In compenso c’è un regolamento di sfilata che, giustamente, dal 2017 non prevede l’uso di tamburi rullanti moderni, dal 2019 prevede lo stop all’uso di bandiere degli sbandieratori che al momento sono foulard serigrafati e trasparenti e, forse, pure l’uso di chiarine con pistoni. Come dire: predicare bene e razzolare male.
LUCA INNOCENZI voto 9: il cavaliere di Porta Solestà ha vinto con un cavallo all’esordio e questo testimonia, come altri casi del passato più o meno recente (Gubbini compreso), che quando si vince con cavalcature diverse il merito è decisamente più del fantino che dell’animale. Il recordman della Giostra (12 successi) si è concesso anche il lusso di un 80 alla prima tornata quando ha “pagato” un 51”7 risultato il miglior tempo di giornata.
MASSIMO GUBBINI voto 8: il cavaliere di Porta Tufilla è stato più veloce di Innocenzi due volte su tre, ma è incappato in un 80 alla seconda tornata, che è stata quella decisiva dove Innocenzi da – 4 è balzato a + 14. La penalità alla terza tornata gli ha evitato la beffa di perdere per soli 2 punti. Ha sicuramente il merito di rendere la Quintana avvincente. Senza di lui a dare filo da torcere a Innocenzi, gli esiti delle Giostre si potrebbero scrivere con largo anticipo.
NICHOLAS LIONETTI voto 6,5: il cavaliere della Piazzarola un giorno racconterà che quando aveva 20 anni alla Quintana di Ascoli si piazzò terzo dietro due big come Innocenzi e Gubbini. Giusto così, perché in gara contano i numeri. E per questo è stato quasi portato in trionfo dai suoi. Ma non va dimenticato che ha girato con una media di 54 secondi a tornata in una Giostra dove Zannori è caduto, Raponi ha rimediato un 60 e tre penalità, Picchioni tre penalità.
RICCARDO RAPONI voto 6: al cavaliere di Sant’Emidio va la classica sufficienza dell’esordiente. Da incubo la prima tornata quando in pochi secondi ha centrato un 60 e commesso tre penalità. La sua Giostra di fatto poteva finire lì, ma è stato caparbio nel chiudere la sua prima Quintana con due oneste tornate: perfetto al bersaglio, ma tempi troppo alti.
FABIO PICCHIONI voto 5,5: il cavaliere di Porta Romana, con ancora in dote la vittoria e i tre secondi posti del 2016 e 2017, non si migliora rispetto a luglio se non fosse per i centri (9 su 9). Quarto anche stavolta, dall’inizio alla fine, con tempi non da urlo e, soprattutto, tre penalità che non hanno sicuramente scatenato la festa in casa rossoazzurra.
MATTIA ZANNORI voto 5,5: il cavaliere di Porta Maggiore è caduto alla prima tornata compromettendo definitivamente la Giostra e mandando in tilt tutti i figuranti neroverdi che se la sono presa con i responsabili della scuderia, trattenuti a stento dal console Vitelli e dal caposestiere Regnicoli. Al cavaliere non vengono imputate grandi responsabilità. Anzi, va applaudito perché è risalito in sella, dolorante, affrontando con coraggio le successive due tornate.
IL CORTEO voto 7,5: un passo avanti rispetto a luglio. Saranno state le raccomandazioni, sarà stata la pura di beccare multe, sarà stato il premio “Etica nella Quintana” con cui il comitato dei festeggiamenti patronali ha deciso di premiare il Sestiere che meglio di tutti ha interpretato correttezza lealtà, sarà stato il gran caldo. Rispettati i tempi, che dovevano fare i conti con la diretta tivù. L’impiego di figure femminili in ruoli inventati dalla sera alla mattina non è imputabile a questa Quintana, ma a questo punto diventa obbligatorio ragionarci e lavorarci seriamente. Un plauso a tutti i coordinatori di corteo che fanno capo al coreografo Mirko Isopi. Ma se il voto del corteo è 7,5, merita senza alcun dubbio un 10 con lode la splendida dama della Piazzarola, Giulia Rachele Paoletti. Per la prima volta la Quintana ha vissuto il prodigio di un’opera d’arte che si è animata. E’ una sezione del polittico che il grande Carlo Crivelli realizzò nel 1476, per trecento anni conservato nella chiesa di San Domenico e oggi alla National Gallery di Londra. In quel polittico Crivelli veste così Santa Caterina. E allora 10 con lode a Giulia Rachele, a chi l’ha scelta, a chi ha confezionato l’abito. Una dama che entra di diritto tra le più ammirate e le “meglio riuscite” di sempre. Considerando anche la Quintana di luglio, che dire delle altre undici dame, di tutte le castellane e di tutte le altre signore e signorine che hanno sfilato a piedi o a cavallo? Non facciamo torto a nessuno: tutte belle.
IL CAMPO voto 8: qualche lamentela sembra sia stata sollevata per la compattezza della sabbia. Di sicuro la pista era meno bagnata che a luglio come testimoniano le calzature dei figuranti e gli strascichi di dame e damigelle che stavolta non erano zuppi di acqua e sabbia. Sugli spalti c’è stato qualche inevitabile screzio tra i tifosi, ma fa parte del gioco e aiuta a rendere la Quintana più bella. Il cerimoniale che precede la Giostra è abbastanza lungo e, quando fa molto caldo, sembra interminabile, ma alla fine ha funzionato tutto bene. Impressionante la sequenza con cui ragazzini e ragazzine sono stati soccorsi e portati in braccio alla postazione di pronto soccorso. Un plauso allo speaker Mario La Rocca, da anni imprescindibile voce della Quintana, degno successore (anche se il passaggio di consegne non avvenne in maniera diretta) dell’indimenticabile Carlo Paci.
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