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Ex Carbon, ecco l’ultimo storico passo
A gennaio parte la bonifica dell’area

ASCOLI - Dopo anni di attesa finalmente arriva il tanto atteso annuncio: i 27 ettari dello stabilimento dismesso verranno rigenerati attraverso un percorso che durerà 4 anni. Costo di 35 milioni di euro. Il sindaco Castelli: «E' stato come scalare una montagna». Faraotti di Restart: «In passato qualcuno ci ha deriso, ora esultiamo per il bene della città»
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Da sinistra, Ugo Galanti, Luigi Lattanzi, Guido Castelli, Battista Faraotti, Franco Gaspari e Bruno Bucciarelli

di Luca Capponi 

(foto di Sandro Perozzi)

Gennaio 2019. E’ questa la data da segnare sul taccuino, che con tutta probabilità segnerà l’avvio dei lavori di bonifica dell’area Carbon per un costo di 35 milioni di euro. Da quel momento, ci vorranno 4 anni circa per depurare la zona da veleni e rifiuti lì accumulatisi per oltre un secolo. «L’ultimo miglio prima dell’arrivo», come lo ha definito il sindaco Guido Castelli, è stato imboccato dopo che la Giunta comunale ha dato il via al provvedimento di adozione di competenza del progetto Restart in materia di riqualificazione dei 27 ettari di terreno dove, una volta, trovava posto l’Elettrocarbonium poi divenuta Sgl Carbon.

Una delle zone dismesse dello stabilimento ex Sgl Carbon

Un momento che non sembra ardito definire storico, per una serie di motivi ben rappresentati dalla presenza odierna, all’interno del sito dismesso, di tante tra le componenti che hanno partecipato all’iter burocratico durato un’eternità, dalle rappresentanze politiche dell’Arengo fino ai sindacati ed ovviamente alla società che segue progettualità e restyling, vale a dire appunto la Restart; la Carbon, che ha dato lavoro a centinaia di ascolani e non, chiuse infatti definitivamente i battenti tra il 2006 ed il 2007, portando via con sé quello che ormai era divenuto un ecomostro inquinante a due passi del centro.

«E’ stato come scalare l’Izoard, una delle salite più dure del Tour de France, passando attraverso complessità, difficoltà e lungaggini che hanno rischiato di mandare tutto all’aria. -commenta Castelli utilizzando la metafora ciclistica- Fondamentale è stato ricevere l’ok dell’Istituto Superiore di Sanità e sapere di poter contare, tramite la Restart (nata nel 2010), su un gruppo di imprenditori locali e non su anonimi finanzieri senza volto, ma anche avere inserito il tutto all’interno del Piano Regolatore approvato due anni fa. Il progetto conta di due aspetti che ritengo nodali, relativi alla sostenibilità ambientale, su cui c’è stata convergenza anche a livello politico, e su quella economica, basata sulla trasparenza».

A fare eco alle parole del primo cittadino, il socio di maggioranza di Restart Battista Faraotti. Con lui, altri due imprenditori lungimiranti come Bruno Bucciarelli e Franco Gaspari: «Non pensavamo che il percorso potesse rivelarsi così tortuoso, in alcuni momenti qualcuno ci ha anche deriso, ma noi abbiamo sempre e solo pensato al bene della città e del suo futuro, mollare tutto sarebbe stata una sconfitta. -spiega- Oggi è il momento di esultare dopo un lavoro impressionante che ha coinvolto centinaia di tecnici ed esperti, siamo pronti a partire sempre nel segno della trasparenza e della massima apertura verso la collettività».

Castelli, Faraotti e Gaspari

Su quanto vedrà la luce dopo la complicata bonifica del suolo e del sottosuolo, ovvero un progetto di rigenerazione urbana che ricostruirà sul costruito (degli 850.000 metri quadrati di ferraglia presenti in loco, ne resteranno 350.000), e darà spazio a un parco urbano e uno fluviale, a un polo tecnologico, aree sportive, piste ciclabili, edifici residenziali, insomma un vero e proprio nuovo quartiere, è Gaspari a puntualizzare: «Si tratta comunque di un piano aperto, costruito attraverso l’ascolto, con la possibilità di modifiche e miglioramenti. Un piano che darà lavoro, perché non ci siamo dimenticati dei dipendenti ex Carbon a cui fu promessa una ricollocazione dopo la chiusura dello stabilimento. Auspichiamo che dopo questo importante passo altri investitori si interessino».
A spiegare i tempi tecnici, invece, l’assessore all’urbanistica Luigi Lattanzi, che ha ripercorso l’iter amministrativo e burocratico di una pratica «più complessa di un piano regolatore» ed il dirigente Ugo Galanti. Quest’ultimo ha confermato che i tempi tecnici che restano si protrarranno fino a fine anno. Dopodiché, si parte.
E se da un lato i sindacati, su tutti Antonio Angelini della Cisl, evidenziano come «prima o poi bisognerà denunciare chi ha rallentato volontariamente questo iter, perché i fatti stanno lì a dimostrarlo, non può passare indenne chi ha allungato i tempi in maniera così palese», dall’altro ci pensa il sindaco Guido Castelli, lapidario, a (non) raccogliere, almeno momentaneamente, l’appello: «Godiamoci questa giornata senza fare polemiche. Coloro che cercano risposte, però, possono andare a rileggersi chi ha firmato l’interrogazione parlamentare dell’agosto 2013, redatta appositamente per bloccare il progetto di riqualificazione Carbon». L’allusione, nemmeno troppo velata, è per l’ex deputato Luciano Agostini.


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