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«Stop alla quarta vasca di Geta»,
il sindaco Castelli esulta
dopo la sentenza del Tar

ASCOLI - Insieme all'Arengo si erano opposta anche l'amministrazione di Castignano e i comitati ambientalisti
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Dal Tar Marche è arrivato uno stop all’ampliamento della discarica di Geta per la cosiddetta “Quarta Vasca”. Ad opporsi, con un ricorso, erano stati i Comuni di Ascoli e San Benedetto insieme ai comitati ambientalisti impugnando il provvedimento di autorizzazione rilasciato dalla Provincia di Ascoli. Esulta il sindaco Guido Castelli che non perde l’occasione per attaccare l’amministrazione provinciale. «Il Tar Marche -commenta Castelli- ha accolto i nostri ricorsi, riconoscendo come fondate le censure mosse dai comuni di Ascoli e Castignano relative alla problematica della distanza tra la nuova discarica privata della Geta e il centro abitato di Ripaberarda. Prima di adire le vie giudiziarie avevamo chiesto alla Provincia di revocare l’autorizzazione in autotutela ma il Presidente aveva risposto picche.

Da sinistra Paolo D’Erasmo e Guido Castelli

Ora D’Erasmo si è preso una sonora bastonata dal Tar che per giunta ha condannato la provincia al pagamento delle spese. Si tratta di una sconfitta che ci ripaga ampiamente dall’amarezza degli ultimi mesi. Mesi nel corso dei quali avevamo denunciato la disparità di trattamento con cui l’Amministrazione provinciale gestisce i procedimenti riguardanti la Geta rispetto a quelli che inseriscono la società pubblica Ascoli Servizi Comunali. Due pesi e due misure che tuttavia -commenta il sindaco- lentamente ma inesorabilmente, vengono portati alla luce dalla Magistratura. La scorsa settimana la sentenza penale del Tribunale di Ascoli che ha assolto il Presidente pro tempore di Ascoli Servizi Comunali dall’accusa di inquinamento mossa ingiustamente dalla Provincia all’indirizzo del sito di Relluce. Oggi il Tar Marche ha bocciato il provvedimento con cui la Provincia aveva autorizzato l’ennesima discarica privata in località Alto Bretta di Ascoli Piceno. La verità -conclude- qualche volta tarda ma alla fine i nodi vengono al pettine. D’Erasmo si faccia un esame di coscienza e agisca di conseguenza. Ormai il suo gioco anti ascolano è stato scoperto».


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