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Ospedale unico, si parte
Ceriscioli: «Subito i carotaggi sul sito
poi l’azienda ospedaliera»

ASCOLI - L'intervento alla Festa dell'Unità: «Le proteste? Il campanile si è sempre fatto sentire anche nelle scelte fatte in passato a Pesaro e Civitanova. Chi ha paragonato l'emergenza di Genova con 600 sfollati al terremoto mi ha fatto sorridere». il punto sulla A14 ed il messaggio al partito: «Il congresso non sia resa dei conti»
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di Renato Pierantozzi

«La realizzazione dell’ospedale unico è propedeutica all’istituzione dell’azienda ospedaliera». Lo ha detto il presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, presente giovedì sera ad Ascoli per la Festa dell’Unità del Pd provinciale. Proprio la richiesta dell’azienda ospedaliera è uno dei cavalli di battaglia del sindaco Guido Castelli, a capo della protesta con il nuovo plesso a Pagliare.

Luca Ceriscioli

La Regione intanto va avanti come un caterpillar sulla nuova infrastruttura. «Inizieremo con i carotaggi sull’area -dice sempre Ceriscioli- per evitare brutte sorprese dopo (il riferimento è al caso del nuovo nosocomio di Macerata, ndr) e poi ci sono tanti privati interessati a realizzare l’opera. Vincerà il progetto migliore. I cittadini avranno tutto da guadagnare da una nuova struttura dove i professionisti potranno lavorare tutti insieme senza i viaggi che sono costretti a fare oggi (tra Ascoli e San Benedetto a causa dei reparti “spacchettati”, ndr). Le proteste? Il campanile si è sempre fatto sentire anche nelle scelte fatte in passato a Pesaro e Civitanova.

Solo però con una nuova struttura sarà possibile ad esempio eliminare i doppioni e garantire un altissimo livello di qualità per l’emergenza e per gli interventi programmati evitando la fuga dei malati». «Inoltre i due poli esistenti -aggiunge Ceriscioli- su cui investiremo fino all’ultimo giorno, resteranno come grandi strutture a servizio della popolazione per riabilitazioni, esami e tutto quello che serve dopo i ricoveri visto che oggi si resta negli ospedali per acuti sempre di meno. Io personalmente, toccando ferro, sono stato ricoverato solo una volta per un intervento a 17 anni per l’appendicite. Non ci saranno poi speculazioni visto che gli attuali nosocomi non saranno venduti anche perché non sono grandi tempi per l’edilizia». Ceriscioli ha poi affrontato anche altri temi caldi: dal terremoto alle infrastrutture per passare poi ai rapporti con il governo nazionale e il futuro congresso regionale del Pd. «Paragonare -afferma- l’emergenza di Genova con 600 sfollati come ha fatto qualcuno (come il sindaco Castelli in un post fb ma Ceriscioli non lo ha mai citato durante la serata, ndr) mi ha fatto sorridere, ma il fatto che lo ha fatto anche un deputato di Forza Italia mi ha infastidito. Dico solo che la notte del 30 ottobre 2016 abbiamo sistemato negli alberghi ben 10.000 sfollati grazie al centro di smistamento di Porto Sant’Elpidio con volontari che hanno lavorato notte e giorno. Chi fa paragoni offende queste persone per una becera e sterile polemica politica. In due anni poi abbiamo approvato 1150 progetti di ricostruzione nonostante una complessità burocratica incredibile. Nel terremoto del ’97 che viene preso a modello non c’erano questi numeri. Così come le macerie: in due anni ne abbiamo portate vie 500.000 tonnellate, la stessa quantità smaltita in 5 anni a L’Aquila. Il 99% viene recuperato, recuperando mano a mano tutti gli effetti personali. Le macerie che si vedono in televisioni fanno parte di beni vincolati o di case che i proprietari vogliono ricostruire con le stesse pietre». Capitolo infrastrutture. L’incidente sotto la galleria “Castello” ha di fatto tagliato in due tutta la dorsale Adriatica. «Per fortuna si è verificato di notte -dice sempre Ceriscioli- altrimenti le conseguenze sarebbero state ben altre. La Terza Corsia? Per tornare alla carica con Autostrade serve un “humus” favorevole da parte del territorio. Nel senso che dobbiamo essere tutti compatti anche perché le nuove gallerie sono più sicure, hanno altezze diverse e vie di fughe in caso di incidenti di questo tipo». Infine l’appello al Pd. «Il partito serve -dice- perché sono preoccupato dai messaggi sempre più razzisti che si sentono tra i cittadini. Il congresso regionale in arrivo? Spero che non sia una resa dei conti interna o uno scontro personale. Per questo ho riunito ad Ancona la classe dirigente per ribadire proprio l’importante e il valore del nostro partito nello scenario nazionale».


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