Carlo Cava aveva compiuto 90 anni lo scorso 16 agosto. A pochi giorni, una caduta in casa gli è stata fatale. Se ne va così uno dei figli prediletti di Ascoli, astro internazionale che con la sua potente voce aveva calcato i palchi più importanti del mondo.
Nato tra le cento torri nel 1928 (esattamente in via Mercantini), si trovava a Viterbo ospite di amici. L’infortunio casalingo gli ha comportato la rottura di cinque costole. Le complicazioni al cuore, una crisi gastrica e l’età avanzata hanno purtroppo fatto il resto portandolo via all’affetto dei suoi cari il 1 settembre nell’ospedale della città laziale. I funerali si terranno martedì nella stessa Viterbo.
Cava era dotato di una inconfondibile voce di basso, la più grave tra quelle maschili. Era e sarà un nome di rango internazionale per sempre. Migliaia le sue esibizioni sin da quando, nel 1942, si era avvicinato al mondo della lirica; vale la pena di ricordare i 10 anni trascorsi sul palco della Scala di Milano diretto da gente come Muti e Von Karajan su tutti. Un grande, simbolo di un’epoca indimenticabile. Centinaia gli aneddoti e le storie a lui legati.
L’auspicio, adesso, è che la città gli dedichi il giusto e meritato tributo.
Lu. Ca.
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