Peppina ritorna a casa. Giuseppa Fattori, 95 anni, un’estate trascorsa in ospedale e Rsa domani infilerà la chiave nella toppa di quella casetta che ha lasciato in lacrime dopo il provvedimento di sequestro. Le sue figlie Agata e Gabriella saranno con lei. Peppina ce l’ha fatta, anche se il suo fisico è stato provato da una lontananza forzata. Decisiva è stata la richiesta di dissequestro della procura e l’ok del giudice arrivato nelle scorse settimane. Poi però Peppina doveva rimettersi dopo il ricovero. Lo ha fatto «mia madre sta meglio», dice la figlia Agata, e domani l’anziana potrà ritornare nella sua casetta.
Undici mesi fa una signora che vive a Castelfidardo, Gabriella Turchetti, scrisse una lettera che Cronache Maceratesi pubblicò. Nella missiva raccontava la vicenda di sua madre, costretta, a 94 anni, a lasciare una casetta che era stata costruita dopo che la sua abitazione era stata resa inagibile dal terremoto. Una casetta che si trova nella frazione di San Martino di Fiastra. Non poteva immaginare che quelle parole avrebbero fatto il giro d’Italia e portato in quella minuscola frazione cronisti e telecamere giunti da ogni angolo del Paese. Undici mesi dopo Peppina rientra nella sua casetta, ritroverà gli scorci che ama, potrà ritornare nel suo orto e rimettersi ai fornelli. Anche se undici mesi dopo il fisico dell’anziana è provato. «Lei sta un pochino meglio, ha comunque trascorso l’estate in un ospedale e in una Rsa – dice la figlia Agata –. Non sono previsti festeggiamenti, perché come ho già avuto modo di ripetere più volte il provvedimento arriva troppo tardi per essere accolto con gioia e come risposta efficace ai bisogni di una persona che adesso ha quasi 96 anni. Mia madre torna in condizioni fisiche certamente non buone e non può esserci festa. Lei comunque è contenta. La nostra gioia è limitata – continua Agata Turchetti – dalla triste constatazione che il dolore che avremmo voluto evitare ha prodotto già i danni temuti. Non serve conoscere i dati relativi al numero crescente di decessi, di suicidi, di separazioni, di uso di psicofarmaci se questi dati non modificano i provvedimenti adottati. I terremotati non hanno più tempo di aspettare». Il sequestro della casetta era legato al fatto che fosse stata edificata in assenza di alcuni permessi, in particolare mancava l’autorizzazione paesaggistica. Tale è stato il clamore della vicenda di Peppina che nei mesi seguenti è stata fatta pure una legge con il suo nome. Domani tornerà a casa. Undici mesi fa se ne andò in lacrima, la speranza dei famigliari e che ritrovare la sua San Martino le ridoni un sorriso e le restituisca quella forza interiore che l’ha accompagnata per tutta la vita.
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