Aveva prima creato scompiglio nel centro accoglienza di Carpineto e successivamente anche in quello di Appignano. Ma a suo favore si erano schierati i vecchi compagni di squadra della formazione in cui militava in Terra aCategoria. E’ la storia di Souleymane Berthè, un migrante del Mali che era finito in prigione e poi a processo con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale, violenza privata e minacciata aggravata a pubblico ufficiale per i fatti avvenuti il 31 maggio del 2017. Martedì è invece stato assolto dal giudice del Tribunale di Ascoli, Barbara Bondi Ciutti. L’uomo è stato difeso dall’avvocato Silvia Morganti che, tra le altre cose, ha sostenuto che il profugo non voleva colpire il carabiniere che era intervenuto per calmarlo ma si era trattato di un gesto istintivo di reazione. Il pubblico ministero aveva chiesto la condanna ad un anno di reclusione.
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