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Ospedale, interviene Lucciarini:
«Chi propone nuovi siti
non vuole fare nulla»

OFFIDA - Il sindaco non risparmia frecciate nemmeno al suo compagno di partito Fabio Urbinati: «Si continua a barattare un consenso effimero e personale di cortissimo respiro con un sistema sanitario sufficientemente mediocre rispetto alla domanda contingente»
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L’area localizzata al confine tra Colli e Spinetoli per il nuovo plesso

Sanità, si scalda il dibattito tra i sindaci. Al centro dell’attenzione c’è sempre il nuovo ospedale per acuti. Sul caso interviene di nuovo il primo cittadino di Offida, Valerio Lucciarini: «Non mi permetto -afferma- di giudicare decisioni e/o ripensamenti dei Sindaci ma sento la necessità di esprimere alcune considerazioni rispetto al dibattito che si sta sviluppando sulla sanità. La nostra posizione è stata sempre quella di guardare alla opportunità, per questo territorio, di un nuovo ospedale di I livello al fine di fornire ai cittadini/utenti del Piceno le stesse possibilità di altre realtà territoriali regionali e nazionali che consentono prestazioni di interventi programmati d’eccellenza. Non sono mai stato un ultrà di un sito piuttosto che di un altro, anche perché stiamo parlando di distanze assolutamente assorbibili dalla mobilità in un perimetro di dimensioni limitate. Abbiamo valutato il percorso intrapreso dalla Regione Marche in maniera positiva e seria: la Regione chiede ai Sindaci di fornire proposte e, preso atto delle proposte pervenute, propone a sua volta un sito alla conferenza dei Sindaci;  quest’ultima può decidere democraticamente di avallare quella scelta oppure di approvarne un’altra, nel principio democratico della rappresentanza istituzionale». Lucciarini prosegue:

Valerio Lucciarini (foto Vagnoni)

«Laddove -aggiunge-, invece, la Conferenza dei Sindaci non avesse trovato una maggioranza ad espressione di una proposta piuttosto che di un’altra, la Giunta di Palazzo Raffaello avrebbe proceduto a deliberare autonomamente la scelta avendone piena facoltà. Abbiamo, come Sindaci, approvato un documento chiaro che decide il sito e quindi la realizzazione del terzo ospedale subordinandolo al potenziamento del servizio sanitario, in quanto tale, per l’intero territorio, pianificando una fitta rete di infrastrutture di prestazioni spalmata sull’intera provincia, passando attraverso un maggiore investimento sugli ospedali esistenti di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto, guardando all’Ospedale di I livello come a qualcosa che aumenti la qualità e la quantità delle politiche della salute e non a qualcosa che toglie. Successivamente, come da reciproco e formalizzato impegno assunto tra il territorio e la Regione, ci saremmo messi a discutere nel merito anche ragionando, perché no, su possibili deroghe rispetto alla normativa di riferimento (legge Balduzzi), lasciando anche aperta la possibilità ad una verifica sull’istituzione dell’Azienda Ospedaliera. Ciò specificato e ribadito la cosa che non può e non deve assolutamente passare è che si possa mettere in condizione la Conferenza dei Sindaci di ritrattare su argomentate decisioni assunte come se nessuno si fosse espresso». Infine le stoccate anche al suo compagno di partito, il capogruppo regionale Fabio Urbinati: «A mio avviso -dice Lucciarini- anche le bisbigliate aperture di rappresentanti della Regione a questa possibilità, che fa perdere di credibilità le autonomie locali e la loro responsabilità, è un errore che accontenterebbe solo chi ha una strategia oramai chiara e più volte storicamente reiterata in questo territorio: rinviare, ripensare, rimandare, non decidere. Tutti, oggi più di ieri, a parole sono favorevoli all’ospedale d’eccellenza ma, non a tempo scaduto ma a partita già conclusa, si propongono, in maniera provocatoria, nuovi siti e nuove impostazioni solo per nascondere l’intenzione di lasciare tutto così, per continuare a barattare un consenso effimero e personale di cortissimo respiro con un sistema sanitario sufficientemente mediocre rispetto alla domanda contingente. Questa modalità ha fatto sì che il nostro territorio, nel 2018, sia l’unico senza neanche la terza corsia autostradale e l’unico che è stato in grado, nel momento storico dell’integrazione e dell’associazionismo delle funzioni amministrative, di dividere una provincia già piccola in due debolezze. A questo gioco ad indebolire -conclude- facendoci arretrare nella programmazione soltanto a scapito dei cittadini, io mi tiro fuori perché l’unica responsabilità che voglio continuare a rappresentare nei prossimi mesi da Sindaco è quella di lavorare, in buona fede e senza strategie campaniliste e di posizionamento personale, a traguardi davvero ambiziosi di cui, continuando così, la nostra provincia continuerà a sentirsi orfana». 

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