Moglie, marito e due figli (uno è minorenne) sono stati sfrattati dalla loro casa situata all’interno del cimitero, vicino al forno crematorio. La situazione, che si trascinava da circa dieci anni, ha vissuto il suo epilogo oggi. Motivo della drastica decisione la vicinanza dell’abitazione ai fumi emessi dalla struttura. Un’ordinanza in cui si intimava la famiglia di lasciare l’alloggio, risale a tre anni fa, firmata dall’allora sindaco Giovanni Gaspari. Ma i quattro abitanti sono rimasti lì.
I Servizi Sociali del Comune pochi giorni fa hanno comunicato alla famiglia il giorno in cui sarebbe stato eseguito lo sfratto. Tanto è stato. L’assessore comunale ai Servizi Sociali, Emanuela Carboni: «Abbiamo offerto loro ospitalità in un residence ma hanno rifiutato, poi abbiamo messo loro a disposizione un alloggio, anche questo rifiutato, e alla fine abbiamo offerto il trasloco a spese del Comune: che altro possiamo fare considerando anche che il capo famiglia ha un lavoro stabile?».
L’operazione di sgombero è sembrata una di quelle da grandi manovre, con Vigili urbani, Carabinieri, Polizia, Vigili del fuoco e 118. Mancavano solo Protezione Civile e Esercito. Questo il risultato finale: le quattro persone sono ospitate da parenti, i mobili e tutto il resto si trova nel deposito dela ditta che ha eseguito il trasloco. L’appartamento ora è libero.
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