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Si rinnova la Consulta degli stranieri,
oltre mille nella Perla dell’Adriatico

GROTTAMMARE - Istituita nel 1996, è prevista nello statuto comunale. La giunta comunale ha stabilito che le elezioni si terranno il 2 dicembre. Ma quelli che potranno esprimere un voto sono 842
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E’ partito l’iter per il rinnovo della Consulta degli stranieri. Con una recente deliberazione la giunta comunale ha stabilito che le elezioni si terranno il giorno 2 dicembre.  La Consulta degli stranieri è un organismo previsto dall’articolo 24 dello Statuto comunale.  È stata istituita nel 1996 con l’obiettivo di promuovere l’effettiva partecipazione dei cittadini stranieri residenti a Grottammare alla vita sociale e amministrativa del Comune, per il reciproco arricchimento e il superamento di ogni possibile diffidenza o pregiudizio nei rapporti sociali e interpersonali.  La sua funzione più importante, infatti, è quella di collegamento tra l’amministrazione comunale e gli stranieri residenti.

Il lungomare di Grottammare

La Consulta degli stranieri si costituisce mediante elezioni a cui possono prendere parte gli stranieri residenti maggiorenni. L’ultimo rinnovo risale al 2013, quando il consiglio comunale deliberò l’allungamento della carica da 2 a 5 anni, in coincidenza cioè con il rinnovo Una volta rinnovata la composizione, l’assemblea della Consulta elegge il gruppo di coordinamento e il Portavoce. Quest’ultimo ha funzioni di rappresentanza e partecipa, senza diritto di voto, ma con facoltà di intervento sui punti all’ordine del giorno, alle sedute del Consiglio comunale.
Attualmente, tra gli stranieri residenti a Grottammare (1.074 persone al 2017), quelli che potranno esprimere un voto per la Consulta sono 842.

Restano confermati, dunque, gli obiettivi che portarono all’istituzione della Consulta, più di venti anni fa: la volontà di esprimere democraticamente il punto di vista dei cittadini stranieri sulle questioni sociali, economiche e amministrative, e quella di favorire l’evoluzione delle normative locale, nazionale ed europee nella direzioni di una maggiore reciprocità nell’attribuzione di diritti e opportunità, attraverso il coinvolgimento degli organi istituzionali competenti.

 


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