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Morì dopo 40 giorni di agonia,
medico a processo

TRIBUNALE - Si attende ora il deposito della perizia sul caso di una donna deceduta a seguito di una operazione per la riduzione di una massa addominale
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foto di repertorio

E’ in corso al Tribunale di Ascoli, di fronte al giudice Marco Bartoli, il processo ad un chirurgo operante in una struttura privata sanbendettese accusato di omicidio colposo a seguito del decesso di una paziente avvenuto nel giugno del 2010. La signora fu operata dal medico, difeso dall’avvocato Mauro Gionni, per la riduzione di una massa sull’addome (in gergo tecnico: laparocele permagno) ma, secondo l’accusa, qualcosa sotto ai ferri andò storto. In particolare viene contestata la decisione di procedere, dopo aver tentato un intervento in laparoscopia, tramite la tradizionale apertura (laparotomia). Tuttavia la paziente, già in partenza ad alto rischio di stress respiratorio, non era stata “preparata” adeguatamente a tale tipo di opzione. Inoltre al chirurgo viene contestato di aver svolto, contemporaneamente, sempre sulla stessa paziente, anche un altro intervento di riduzione del grasso in eccesso sull’addome con finalità esclusivamente estetiche e ritenuto controindicato viste le condizioni della donna. Dopo l’operazione la donna accusò gravi complicanze al punto di dover essere trasferita in rianimazione all’ospedale Mazzoni di Ascoli dove purtroppo a distanza di 40 giorni dal primo intervento morì. Al medico vengono contestati anche il ritardo nel trasferimento nel reparto di rianimazione nonché la trattamenti post operatori inadeguati (come trasfusioni e ventilazioni) possibili anche nella stessa struttura privata. L’udienza che si è svolta lunedì mattina è stata rinviata al 18 dicembre a causa di un ritardo nel deposito della perizia richiesta.


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