A due anni dal sisma Forca tiene duro
Dopo il circolo ecco la cucina
donata dal vescovo D’Ercole

MONTEGALLO - La piccola frazione spopolata dal terremoto di due anni fa è ancora viva e vegeta grazie anche alla Comunanza Agraria. Al container regalato dalle Brigate di Solidarietà Attiva si è aggiunto il bel gesto del prelato. Giusto in tempo per la cena di San Martino, ennesimo momento aggregante di una comunità stoica
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A Forca non si molla di un centimetro

di Maria Nerina Galiè 

Forca, un piccola frazione di Montegallo, è ancora tutta da ricostruire. Il terremoto lì ha colpito duro e tuttora non c’è una casa agibile. Ma la voglia di aggregazione, degli ormai ex residenti e di quelli che vi tornavano per le vacanze, ci abita ancora. E ben volentieri ha aperto la porta alla generosità. Quella di monsignor Giovanni D’Ercole, vescovo di Ascoli, e delle Brigate di Solidarietà Attiva, associazione nata dopo il terremoto dell’Aquila e tra le prime ad accorrere nei luoghi del sisma del 2016.
Sebbene Forca anche prima del terremoto contasse pochi residenti, la fatidica notte del 24 agosto oltre 300 persone sono state sorprese dall’evento che ha sconvolto la vita dell’entroterra piceno. In estate e nei giorni di festa infatti il paese si ripopolava di coloro che anni prima l’avevano lasciato per le grandi città, Roma soprattutto.

Il vescovo D’Ercole

Adesso in questo luogo gravemente danneggiato non c’è più nessuno, ma l’attiva Comunanza Agraria locale, presieduta da Raffaele Bartomioli, ha fatto di tutto affinché Forca sopravvivesse. «Non ci siamo mai rassegnati ad abbandonare il paese dice Bartomioli- e subito dopo i tragici eventi, ci siamo impegnati per favorire occasioni di ritrovo sulla piazza utilizzando dei gazebo di fortuna. La risposta dei cittadini è stata incoraggiante. Tutti avevano voglia di tornare per ritrovare gli amici di sempre, rendendo presto insufficienti le poche attrezzature a nostra disposizione. Ed è qui che sono intervenute le Brigate di Solidarietà Attiva che ci hanno donato un grosso container, con servizi igienici e riscaldamento. La struttura ora troneggia al centro della frazione ed è diventata un centro ricreativo che ospita assemblee e momenti conviviali e di confronto».

Al lavoro per la nuova cucina

Poi ad agosto un gradito ospite a pranzo, monsignor Giovanni D’Ercole. «Si è accorto che mancava la cucina -confessa Bartomioli- perché utilizzavamo fornelli all’aperto. Così, insieme al parroco don Riccardo Patalano, si è impegnato a trovare un soluzione in vista dell’inverno. Qualche giorno fa dalla curia abbiamo ricevuto una telefonata che ha rallegrato tutti i forcaioli: è arrivata una cucina che abbiamo già montato all’interno del container». Giusto in tempo per organizzare la cena di San Martino, il 10 novembre. «Abbiamo già più di 100 adesioni» sottolinea il presidente, che vuole esprimere tutta la sua gratitudine. «Questi semplici momenti di socializzazione e di festa -conclude- sono fondamentali per la rinascita di un luogo che altrimenti sarebbe abbandonato a se stesso. Per questo che la comunità non finirà mai di ringraziare D’Ercole e le Brigate di Solidarietà Attiva».

 

Il circolo

Una sera di festa


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