di Maria Nerina Galiè
“Vieni a fare il porco” non è un invito sconveniente, bensì la simpatica idea che Silvio Antognozzi, titolare della struttura ricettiva “Cittadella” di Montemonaco, porta avanti dal 1990. Nata all’insegna della goliardia e del sano divertimento l’iniziativa, che si ripeterà quest’anno sabato 26 e domenica 27 gennaio, nel tempo è diventa un appuntamento fisso per curiosi, ghiottoni o cultori del genere.
«E’ appropriato adesso definirla sagra della cucina etnica della resilienza» dice Antognozzi, che nel frattempo ha dovuto delocalizzare l’attività dall’edificio danneggiato dal terremoto. Nella due giorni dedicata al maiale, sarà possibile assistere e partecipare alle varie fasi di lavorazione della carne suina come il taglio, la macinatura, la salatura con metodi che si tramandano da generazioni. Su prenotazione, sono previsti la cena del sabato, il pranzo della domenica ed il pernottamento.
«I primi anni – racconta il ristoratore – Vieni a fare il porco era abbinato al Campionato del colesterolo. La comitiva che aveva preso parte alla maialata, dopo una settimana circa si ritrovava alla Cittadella per esibire le analisi del sangue effettuate dopo l’abbuffata. Chi aveva i valori del colesterolo più alti vinceva un premio». Non è roba per salutisti e schizzinosi dunque. «E’ un fatto culturale invece – precisa Antognozzi – che prevede anche il riuso di tutte le parti dell’animale, come le interiora ed altri scarti che finiscono nella coppa. E’ un rito, con gli ospiti, aspettare che questa si freddi per il primo assaggio». Se poi la domenica mattina, come accaduto in passato, si scopre che parte della salsiccia appesa la sera prima per l’asciugatura è sparita insieme a qualche fiasco di vino… «pazienza!» commenta con un sorriso l’organizzatore.
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