Il 17enne sospettato di aver utilizzato lo spray urticante che ha dato il via al caos della Lanterna Azzurra non era a Corinaldo (Ancona) la notte della tragedia. A scagionarlo è l’intera cronologia delle conversazioni avviate dal ragazzo su Instagram tra il 7 e l’8 dicembre, estrapolate grazie alle indagini difensive che gli avvocati del minore hanno affidato alla “Delta Investigazioni & Sicurezza”, agenzia privata di Ancona. Attraverso l’analisi del social network e la cristallizzazione dell’orario di apertura delle chat sono emersi scambi di messaggi portati avanti con alcuni amici anche a ridosso degli attimi che hanno caratterizzato il parapiglia scatenatosi nel locale di via Madonna del Piano, facendo 6 vittime e 80 feriti.
Una delle prima chat viene avviata proprio alle 00,34. Di lì a poco, alla Lanterna Azzurra si sarebbe scatenato il panico più completo. In quell’orario, il 17enne chiede a un suo amico “vuoi andare a ballare?”. E lui risponde “ma proprio adesso me lo chiedi?”. Da lì, altri messaggi fanno emergere l’intenzione del minore di non raggiungere la Lanterna Azzurra, ma un altro locale fuori Senigallia. Alla fine, il 17enne aveva deciso di rimanere nei pressi del residence Avana, a pochi passi dal lungomare Dante Alighieri. Viene a sapere dalla tragedia accaduta a Corinaldo da un’amica che si trovava alla Lanterna. “Hanno spruzzato lo spray, ci sono sei morti. C’è anche Daniele (Pongetti, ndr)”. È il tenore del messaggio ricevuto su Instagram. La reazione del giovane indagato per omicidio preterintenzionale e lesioni dolose è di sorpresa, amarezza, stupore. “Ma che c…dici?” esclama il 17enne, come se non sapesse affatto cosa si erano scatenato nel locale, quando in centinaia stavano attendendo l’arrivo di Sfera Ebbasta. Per scagionare completamente il minore rimane la relazione dell’analista forense Luca Russo, chiamato dalla procura per analizzare i dispositivi in uso al 17enne la sera della tragedia. Tre smartphone erano finiti sotto sequestro il giorno del blitz dei Carabinieri al residence dove aveva passato la notte il minore assieme alla fidanzata e ad altre due persone.
Con la posizione del minore che potrebbe essere archiviata, rimane da capire chi possa aver usato lo spray urticante (sempre che sia stato utilizzato) creando il panico in tutte la sale dalla Lanterna. L’indagato si trova attualmente, per decisioni estranee all’inchiesta, in una Comunità del Pesarese.
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