di Maria Nerina Galiè
Non fa salti di gioia il sindaco di Comunanza, Alvaro Cesaroni, nell’apprendere del generoso incentivo all’esodo concordato ai dipendenti degli stabilimenti Whirlpool italiani tra cui quello di Comunanza. «Ben 85.000 euro a chi lascerà il lavoro entro il 30 giugno di quest’anno – commenta – suona come un chiaro invito ad andarsene. Può considerarsi accettabile solo se dietro c’è un preciso “piano di ringiovanimento” del nostro sito produttivo. E’ questo il mio auspicio».
Cesaroni, sindaco ma di mestiere imprenditore di un’azienda che annovera più di 400 dipendenti, non ci vede chiaro. Lunedì 14 gennaio a Roma, al Palazzo dei congressi Cavour, i sindacati nazionali e locali, tra cui anche le Rsu del plant piceno, hanno firmato un accordo in base al quale si offrono cospicue somme a fronte di uscite anticipate e la possibilità di aderire al piano di accompagnamento alla pensione anche nel caso in cui i requisiti si raggiungeranno nei 12 mesi successivi alla copertura degli ammortizzatori sociali.
«La prima impressione – spiega – è quella che si stanno regalando soldi per non lavorare. Dove sono finiti i propositi di potenziare i volumi produttivi e quindi riportare lo stabilimento alla piena capacità occupazionale? Il piano industriale 2019-2021 non prevedeva la cancellazione degli esuberi? O intendono azzerarli dimezzando in via preventiva il numero dei lavoratori?». Il Piano industriale 2019-2021, siglato al Ministero dello sviluppo economico lo scorso 25 ottobre, era stato considerato un gran risultato sia dalle organizzazioni sindacali che dagli amministratori dei territori interessati al rischio crisi del colosso degli elettrodomestici. Il sindaco di Comunanza era sceso in campo in prima persona per salvare il sito produttivo comunanzese dal pericolo di un ridimensionamento.
Aveva mosso i colleghi di 21 Comuni, con cui si è recato a Roma per assistere alla contrattazione, ed aveva sensibilizzato politici locali e nazionali di tutti i partiti. Era arrivato ad interessare anche il presidente del Consiglio dei cinistri Giuseppe Conte e il commissario straordinario alla ricostruzione, allora Paola De Micheli. Aveva fatto un polverone, si potrebbe dire senza voler essere irriverentie, in una questione talmente seria da assurgere a simbolo della rinascita post sisma. Che non è la stessa cosa di “ricostruzione”.
Anche su sollecitazione del ministro Di Maio, il piano aziendale partorito al Mise prevede rinnovamenti e introduzione di nuovi modelli, come la gamma Built per le lavasciuga da 8 e 9 chili che andranno in produzione nel primo trimestre del 2020 e “Unica”, elettrodomestico a vocazione domotica ancora solo ventilato. Tutto volto a portare i numero degli esuberi previsti da 135 a zero.
«Qui invece – conclude Cesaroni – vedo solo la volontà di alleggerire l’organico. Voglio sperare, lo ripeto chiaro, che tutto sia finalizzato a creare le condizioni per assumere giovani, magari con l’ambizione di attingere ad appositi incentivi che si dovrebbero attivare per l’area cratere o altre forme di sostegno».
Whirlpool, 85.000 euro per chi lascia entro giugno Si dimette l’ad Castiglioni
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