L’obiettivo resta sempre lo stesso: velocizzare le pratiche della ricostruzione, che spesso prevedono tempistiche più lunghe di un appalto ordinario. L’appello lanciato oggi dal direttivo dell’Anci Marche, presieduto da Maurizio Mangialardi e riunito ad Ancona, è stato raccolto dal Commissario straordinario per la ricostruzione, Piero Farabollini, presente all’incontro.
«Le quattro Regioni colpite dal sisma stanno viaggiando in maniera differente tra loro – osserva Farabollini –, ma attualmente siamo intorno al 4-5% nella ricostruzione. Le Marche sono tra l’8 ed il 10%, tenendo conto di tutto: per cui alcune situazioni procedono un po’ più velocemente, per altre, ancora lentamente. Però, ad esempio, le ordinanze legate a scuole e chiese sono intorno a valori pari al 75-80% di completamento». Una ricostruzione che però, è evidente, fatica a partire e che, secondo Paolo Calcinaro, sindaco di Fermo e coordinatore della Commissione protezione civile dell’Anci Marche, sarebbe legata alle «regole del gioco che, a distanza di due anni, hanno ampiamente dimostrato di essere farraginose. C’è qualcosa che non va e si deve capire che in un’emergenza non può andare avanti con regole ordinarie».
Durante il direttivo-fiume durato circa quattro ore, Farabollini ha annunciato anche un incontro col sottosegretario Vito Crimi fissato per giovedì, su un altro nodo che ha messo in allarme i sindaci, ovvero il rimborso Tosap. Il comma 997 della Legge di bilancio stabilisce, infatti, che la tassa di pubblicità e di occupazione del suolo pubblico non è dovuta per le aziende del cratere, ma non si parla delle coperture. «Si tratta di una misura giusta – sottolinea il sindaco di Ascoli Piceno, Guido Castelli –, ma il Comune non può pagare di tasca propria questo mancato gettito. Deve essere lo Stato a garantire questa compensazione, altrimenti rischierebbe di somigliare a quella persona che invita un amico a pranzo e poi dice all’avventore «paga tu». Oggi ho parlato con Crimi e nei giorni scorsi avevo già discusso della questione con il senatore Arrigoni: entrambi mi hanno garantito che nel Decreto Catania ci saranno le coperture che non erano state precisate. È fondamentale questa misura – conclude – perché, diversamente, non si chiudono i bilanci dei Comuni. Per Ascoli, si parla di circa un milione di euro e i bilanci comunali vivono anche di questa legittima entrata».
(Ma. Mar.)
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