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Italia Nostra: «Per l’area del terremoto
basta la ferrovia a velocità normale»

ASCOLI - Ferrovia dei due mari. Tornano all'attacco l'associazione che si occupa della salvaguardia dei beni culturali, artistici e naturali e il comitato "Un treno per Roma" che scrivono ai parlamentari piceni. «Ridarebbe una speranza di vita a una zona diversamente destinata al declino definitivo»
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Il comitato “Un Treno per Roma”: Gaetano Rinaldi (presidente Italia Nostra), Roberto Di Natale e Guido Benigni (Foto Vagnoni)

La sezione ascolana di Italia Nostra intitolata a William Scalabroni e il comitato “Un treno per Roma” ha di nuovo preso carta e penna scrivendo una lettera ai parlamentari eletti nel Piceno. L’hanno indirizzata ai deputati Roberto Cataldi, Rachele Silvestri e al senatore Giorgio Fede del Movimento Cinque Stelle, alla deputata Giorgia Latini della Lega, ma anche a tutti i sindaci dell’area del terremoto, alla vice presidente della Regione Marche, l’ascolana Anna Casini, al commissario al terremoto Centro Italia Piero Farabollini e a tutte le associazioni culturali e agli Ordini professionali della provincia di Ascoli.

Eccola: “E’ veramente confortante la notizia che finalmente si è compresa l’importanza dei collegamenti ferroviari trasversali nel nostro Paese. Così non può non concordarsi con l’affermazione della necessità di rendere più veloce il collegamento tra la metropoli romana e la significativa conurbazione urbana dell’area pescarese in Abruzzo, trasformando la tratta ferroviaria già esistente in un collegamento ad alta velocità. E’ evidente che, prioritariamente, dovrà essere fatta una valida analisi costi- benefici per giustificare la realizzazione di questa innovativa tratta ferroviaria. Si dovrà, pertanto, tenere conto dei prevedibili volumi di traffico, dell’impatto ambientale certamente di notevole rilievo di questo collegamento, dei chilometri e chilometri di gallerie da scavare, dei costi sicuramente alquanto elevati a fronte di una riduzione significativa dei tempi di percorrenza che richiede l’attuale tratta e del fatto che, comunque sia, il collegamento, anche se non perfetto, attualmente esiste.

Ben differente appare la situazione per quanto riguarda il collegamento ferroviario della cosiddetta Ferrovia dei Due Mari da San Benedetto del Tronto a Roma. In questo caso, infatti , il collegamento è praticamente inesistente. Infatti se un turista o un cittadino di Roma volesse per disavventura raggiungere Ascoli Piceno utilizzando il treno potrebbe o raggiungere Pescara fruendo dei servizi della tratta esistente, da qui poi raggiungere con un altro treno San Benedetto del Tronto e poi dal città rivierasca raggiungere finalmente Ascoli con il treno locale esistente, impiegando, se tutto va bene , dalle 6 alle otto ore di tempo. Si potrebbe d’altra parte optare anche per il percorso nord, da Roma ad Ancona, dalla città dorica a San Benedetto del Tronto e dalla città della Riviera delle Palme sino alla città delle cento torri. Ma anche in questo caso impiegando non meno di 7-8 ore.

Naturalmente sono completamente improponibili gli altri percorsi teoricamente utilizzabili e cioè da Roma a Bologna, dalla città felsinea a San Benedetto del Tronto e da qui ad Ascoli o quello inverosimile a sud, da Roma a Foggia, dal capoluogo pugliese a Pescara, da Pescara a San Benedetto del Tronto e finalmente ad Ascoli. Tutto ciò per evidenziare la condizione di vero e proprio isolamento di questa parte dell’Italia centrale ch abbisogna assolutamente di un sistema infrastrutturale, ora completamente insistente per ridare una speranza di vita a località in grave sofferenza, sofferenza accentuata in maniera insostenibile dai recenti drammatici eventi sismici. E’ evidente quindi l’estrema urgenza di dare una risposta a queste condizioni insostenibili, riprendendo in considerazione il progetto del collegamento Ferroviario dei Due Mari da San Benedetto del Tronto a Roma che tra l’altro è il più veloce realizzabile tra i due mari e presenta inoltre minori costi di realizzazione rispetto ad altre proposte.

Oltre tutto nel caso della Ferrovia dei Due Mari non sarebbe necessario realizzare una struttura ad alta velocità. Basterebbe infatti realizzarne una velocità normale e per giunta limitando in un primo momento il collegamento alla tratta da Ascoli ad Antrodoco. Si tratta di una linea ferroviaria di non più di 70-80km, per la cui costruzione non sono richieste per un buon tratto opere particolarmente complesse e per la cui realizzazione, a quanto pare, sembra siano sufficienti non più di un 800 milioni di euro, rispetto alla cifra di gran lunga superiore che pare sia necessaria per la tratta ferroviaria Roma Pescara ad alta velocità. Alcuni parlano pare di parecchi miliardi di Euro e della necessità di scavare chilometri e chilometri di gallerie (dicono alcuni circa 70-80km).

Tenuto conto di quanto sopra evidenziato è evidente che per la Ferrovia dei Due Mari l’analisi costi benefici fa pendere la bilancia sicuramente sui benefici che si possono qui di seguito elencare schematicamente: togliere dall’isolamento la parte del Centro Italia da Ascoli Piceno ad Antrodoco che soffre una situazione insostenibile di deprivazione economica, di uno spopolamento progressivo, di una crisi sociale ed occupazionale eccezionale, situazione di crisi resa ormai insostenibile dai ripetuti e terrificanti eventi sismici; permettere ai cittadini della parte Adriatica di raggiungere il Tirreno e Roma in maniera comoda, sicura ed ecosostenibile permettendo una cosa analoga agli abitanti della città eterna ed almeno ad una parte dei milioni di turisti che visitano la città eterna di raggiungere in tempi ragionevoli il sud delle Marche e la Riviera delle Palme (attualmente nessuno di questi turisti si avventura per raggiungere questo territorio per la mancanza del comodo ecocompatibile collegamento ferroviario); permettere e ai milioni di turisti che nel periodo estivo godono dei lidi adriatici da Rimini a Pescara di raggiungere comodamente i due Parchi Nazionali dei Monti della Laga e del Gran Sasso e quello dei Monti Sibillini per godere delle bellezze paesaggistiche di questi luoghi incantati e per ridare una speranza di vita ai centri di queste zone distrutte dagli eventi sismici, da Arquata ad Amatrice, da Accumuli a Norcia; favorire lo sviluppo delle attività economiche ed industriali di aree differentemente destinate ad un declino inarrestabile; inoltre consentire di mettere in rete con la linea ferroviaria tutte le città d’arte del Centro Italia da Sulmona a L’ Aquila, a Rieti, a Roma, ad Ascoli Piceno, a Foligno, ad Assisi e Perugia sino ad Arezzo e Firenze.

Insomma in questo caso si tratta di una infrastruttura di sistema che ridarebbe vitalità e una speranza di vita ad una zona d’ Italia diversamente destinata ad un declino definitivo”.

 


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