Si è svolta questa mattina in Tribunale l’udienza preliminare a carico di R.M., l’automobilista che il 23 febbraio del 2018 alla guida della sua Panda travolse in via Marconi William Scalabroni, conosciutissimo partigiano e ambientalista, che poi morì due giorni dopo all’ospedale regionale Torrette di Ancona per le conseguenze riportate nell’incidente. La morte di Scalabroni gettò nel dolore l’intera città e riaccese anche le polemiche sull’assenza dell’illuminazione pubblica in quel frangente.
La famiglia Scalabroni si è costituita parte civile nel processo attraverso l’avvocato Mauro Gionni, mentre l’automobilista è difeso dall’avvocato Alessio De Vecchis. La Procura, attraverso il pm Cinzia Piccioni, contesta il reato di omicidio stradale sottolineando anche la velocità “non particolarmente moderata” e le caratteristiche del veicolo dotato di una sola racchetta tergicristallo con conseguente ridotta visibilità laterale. Durante l’udienza di fronte al giudice Rita De Angelis, l’avvocato De Vecchis ha chiesto la chiamata in causa dell’assicurazione per la responsabilità civile. Il processo è stato aggiornato all’11 giugno prossimo. Nel frattempo a William Scalabroni sono stati intitolati la sezione ascolana di Italia Nostra e il giardino di Piazza Immacolata.
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