di Bruno Ferretti
Ascolano doc ed ex bianconero. Cresciuto nel settore giovanile dell’Ascoli, arrivò giovanissimo in prima squadra disputando 6 campionati (2 in Serie A, 3 in B, uno in C) e collezionando 140 partite con 8 gol (7 in A) in campionato, più altre 11 in Coppa Italia. Era una mezzala d’attacco dotato di notevoli doti tecniche, un trequartista di qualità sul quale mise gli occhi perfino la Juventus stellare di Trapattoni. Lui è Pietro Zaini, 50 anni a settembre, oggi allenatore di squadre giovanili e dilettanti che in qualche occasione ha fatto da vice anche al fratello maggiore Luigi. Naturalmente continua a seguire con attenzione l’Ascoli, primo e indimenticato amore. «L’obiettivo minimo ovviamente è la salvezza ma l’Ascoli fa ancora in tempo ad inserirsi nella zona playoff – dice Zaini – quasi tutte le squadre si sono rinforzate a gennaio e si può dire che adesso inizia un altro campionato nel quale spero che l’Ascoli possa essere fra le protagoniste».
Ma torniamo ad Ascoli-Salernitana che bussa alle porte. «Entrambe le squadre hanno voglia di riscatto avendo perso l’ultima partita in casa, l’Ascoli con il Perugia e la Salernitana col Benevento -prosegue – Salerno è una piazza molto calda e i giocatori sanno che perdendo ad Ascoli si potrebbe scatenare una contestazione nei loro confronti. Questo rende più difficile il compito dell’Ascoli al quale non mancano concrete motivazioni per aggiudicarsi i tre punti e risalire in classifica».
Con Zaini affrontiamo anche il tema della protesta, sotto forma di silenzio, annunciata dagli Ultras 1898 dopo i Daspo inflitti ai tifosi bianconeri dalle autorità di sicurezza di Palermo perché a bordo del pulmino sul quale viaggiavano i sostenitori bianconeri sono stati rinvenuti alcuni fumogeni e aste di legno (ma erano quelle delle bandiere). «Gli ultras hanno certamente le loro ragioni – sostiene Zaini – ma io spero che trovino un’altra maniera per manifestare il loro dissenso, perché la squadra va sostenuta, soprattutto in una partita così importante come questa. Il silenzio della curva, sempre capace di trascinare l’Ascoli, sarebbe un danno per la squadra».
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