Prevenire ogni forma di illegalità nei cantieri edili della ricostruzione. E’ stato questo il tema nodale del “Tavolo dei flussi di manodopera” riunitosi ieri mercoledì 13 febbraio presso la Prefettura alla presenza del dirigente Carmela Palumbo, dell’Asur Marche, dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro, della Cassa Edile e delle tre organizzazioni sindacali del settore edile Cgil, Cisl e Uil.
Tutti concordi nell’affermare che la ricostruzione non è ancora partita a pieno regime e che un sistema di controllo e prevenzione il più possibile condiviso sia necessario, grazie agli strumenti che sono previsti per legge e che necessitano di una corretta applicazione sul campo.
La Prefettura ha confermato, sulla base di esperienze pregresse, che i rapporti di lavoro sono gli strumenti di rilevazione di illegalità a diversi livelli e per questo Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil hanno sollecitato la convocazione del “Tavolo dei flussi di manodopera” con cadenza mensile, con l’obiettivo di mettere a sistema le diverse informazioni a tutela del lavoro regolare, soprattutto in previsione di quanto avverrà con la ricostruzione.
Le organizzazioni sindacali hanno sottolineato, inoltre, che esistono già strumenti legislativi che consentirebbero il controllo del lavoro sui cantieri edili del cratere, se solo venissero applicati come previsto. «Purtroppo abbiamo avuto modo di verificare sul campo che il decreto terremoto non è stato sempre applicato con correttezza: secondo l’articolo 35 del decreto legislativo 189, infatti, le aziende affidatarie o esecutrici delle opere legate al post sisma 2016 avrebbero l’obbligo di iscrizione e di versamento degli oneri contributivi alle Casse Edili delle province in cui aprono i cantieri – dicono Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil – e diciamo “dovrebbero” perché questo non sta avvenendo, pur essendo una previsione di legge. Così come purtroppo assistiamo alla disapplicazione del contratto nazionale dell’edilizia sui cantieri (purtroppo non solo su quelli legati al sisma): spesso incontriamo operai edili a cui viene applicato il contratto metalmeccanico, piuttosto che il florovivaistico, creando così una concorrenza sleale a discapito dei lavoratori ed anche delle aziende che applicano le regole. Per questo siamo certi che la collaborazione tra i vari attori presenti al tavolo possa essere utile per migliorare alcune criticità e rendere operativi alcuni strumenti che ci aiuteranno sicuramente a prevenire ogni forma di illegalità e a tutelare il lavoro regolare nel nostro territorio».
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