di Franco De Marco
Con la mostra “Forme del paesaggio 1970-2018”, del pittore Tullio Pericoli, che sarà inaugurata ad Ascoli il 22 marzo a Palazzo dei Capitani, la città si candida oltre ad essere la sede di un evento artistico di carattere nazionale anche a diventare il punto di riferimento per una riflessione generale sullo stato del paesaggio italiano attaccato da terremoti, alluvioni, erosioni, crolli e cemento selvaggio.
Ecco perché questa mostra ha un valore triplice – considerando anche la promozione del turismo culturale – e molto significativo senza dimenticare, naturalmente, l’omaggio doveroso e affettuoso al maestro Tullio Pericoli genius loci di straordinario spessore culturale e cantore assoluto del bello del paesaggio piceno, marchigiano e italiano. C’è da augurarsi che l’avvenimento accenda soprattutto negli ascolani una sorta di orgoglio collettivo per un patrimonio paesaggistico dolce, ma anche aspro, viscerale, scrigno di infinite perle, che è unico e che non può non far innamorare tutti. Paesaggio infinitamente bello ma da difendere con tutte le forze per poterlo tramandare a chi verrà.
Il conto alla rovescia per l’inaugurazione di questa esposizione-evento, la cui conclusione ufficiale è prevista per il 3 maggio 2020 ma si sa già che scatterà una proroga, è cominciato. E’ stato aperto il sito www.formedelpaesaggio.it, dove è possibile attingere tutte le informazioni possibili, ed è iniziata la campagna di comunicazione, che avrà un carattere nazionale, anche sui canali social Facebook e Instagram. Il progetto, che si inserisce con pieno merito tra gli appuntamenti artistici più importanti del 2019 in Italia, è stata nei giorni scorsi anche presentato ufficialmente alla Bit di Milano, nello stand della Regione Marche, alla presenza del sindaco Guido Castelli, del sindaco di San Benedetto Pasqualino Piunti e del direttore dei musei civici del capoluogo piceno Stefano Papetti. Un successo immediato. Tanti operatori turistici si sono dimostrati molto interessati.
«Fin dall’inizio del mio mandato – ha detto il primo cittadino di Ascoli, Guido Castelli – ho fortemente creduto nell’importanza della valorizzazione e promozione del territorio su scala nazionale e internazionale attraverso la realizzazione di iniziative e progetti culturali di elevata qualità». Il professor Stefano Papetti si è invece soffermato sugli aspetti prettamente artistici.
La mostra, a cura di Claudio Cerritelli, propone un percorso antologico, appunto intorno al tema del paesaggio, attraverso 165 opere del maestro Tullio Pericoli. Quattro i peridi delle produzioni dell’artista messi sotto la lente di ingrandimento. Dal 1970 al 1973 va il ciclo delle “geologie” costituito da immagini stratificate, sezioni materiche e strutture sismiche. Dal 1976 al 1983 quello con con vedute luminose e lievi – acquerelli, chine e matite su carta – e spazi aerei che l’artista concepisce come orizzonti immaginari, memorie di alfabeti, tracce di antiche scritture.
Dal 1998 al 2009 ci sono opere che esplorano nuove morfologie paesaggistiche che, dopo aver rappresentato lo scenario dei colli marchigiani, vanno progressivamente esplorando i dettagli della natura, i segni e i solchi delle terre. Dal 2010 al 2018 va invece la stagione più recente di Tullio Pericoli che individua nuove profondità del paesaggio con continui rinnovamenti dell’esperienza pittorica. Queste sono le opere che risentono naturalmente anche della tragedia del terremoto. La sala che apre il percorso a Palazzo dei Capitani del Popolo della mostra è proprio quella delle opere che traggono origine dagli sconvolgimenti dovuti al terremoto: forme dissestate, movimenti tellurici del segno e del colore con immagini caratterizzate da una drammatica fragilità.
La mostra avrà naturalmente un catalogo edito dalle Edizioni Quodlibet e un libretto omaggio alla città di Ascoli con immagini dedicate di Tullio Pericoli e il testo del famoso scritto di Giorgio Manganelli, all’interno del libro “La tavola pitagorica”, sotto il titolo provocatorio “Esiste Ascoli Piceno?”. Fissati anche i prezzi, molto popolari, alla portata di tutti, dei biglietti d’ingresso: 6 euro interi e 4 euro ridotti.
“Forme del paesaggio” ha avuto, per la verità, una genesi piuttosto travagliata – era stata presentata in pompa magna alla Bit già nel 2017 – e ad un certo punto sembrava dover naufragare definitivamente. Poi però, grazie all’intervento energico della Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli, e in particolare del suo presidente Angelo Davide Galeati, con l’assunzione di tutto l’onere economico, e con il Comune che ha messo a disposizione solo la location, il progetto si è potuto realizzate. Tutto bene quel che finisce bene.
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