di Luca Capponi
(foto di Andrea Vagnoni)
Doveva essere un Sanremo «tranquillo», è stato quello che gli ha cambiato (forse) la vita. Il dubitativo però è d’obbligo. Ci tiene a ribadire, infatti, che «dal punto di vista musicale le sfide più importanti devono ancora arrivare». E che «uno dei giorni più belli della mia carriera è stato il 24 febbraio 2016 per la data inaugurale del tour, davanti ad un teatro Ventidio Basso gremito. Il legame con Ascoli è forte, l’esperienza di Sanremo lo ha confermato».
Dopo il trionfo all’Ariston, e tutto quanto accaduto nei giorni a seguire, Dario Dardust Faini è tornato per la prima volta a casa. La vittoria di Mahmood con “Soldi”, scritta insieme a Charlie Charles e allo stesso Dario, che ha diretto anche l’orchestra, ha fatto da trampolino di lancio per una serie di record. Il pezzo, in pochi giorni, è divenuto uno dei singoli italiani più ascoltati di sempre; su Spotify di sicuro, ma anche tra passaggi in radio e visualizzazioni (milioni) su YouTube non si scherza.
«Diverse volte in passato, penso alle canzoni scritte per Renga o De André, avevo pensato di poter arrivare almeno al podio, ma poi non è mai accaduto. Stavolta non se lo aspettava nessuno e siamo andati addirittura a vincere» racconta il musicista/autore, che oggi è stato ricevuto in Municipio dal sindaco Guido Castelli. Quest’ultimo ne ha elogiato il talento, la determinazione ed il fatto di avere dato molto al territorio anche in questi anni di successi e lontananza fisica.
«Ogni mia scintilla creativa nasce qui, e da qui continuo a dare linfa ai miei progetti anche attraverso la collaborazione con artisti piceni: penso allo scenografo Pietro Cardarelli o al fotografo Alessio Panichi, ma anche al mio braccio destro Vanni Casagrande o agli stessi La Rua, con cui continua una proficua sinergia» ribadisce Faini. Dell’esperienza sanremese gli resta la molta fatica, qualche provocazione e un brano su tutti che lo ha colpito. «Tra quelli in concorso cito sicuramente “Rolls Royce” di Achille Lauro, anch’esso accompagnato da polemiche che, però, ritengo infondate in quanto sono certo che il brano non parla di ecstasy come sostenuto da “Striscia la Notizia”. Per quanto riguarda le discussioni che hanno accompagnato la vittoria di Mahmood, torno a dire che la giuria è fondamentale. Qualche anno fa ci si lamentava dello strapotere del televoto che premiava solo gli artisti provenienti dai talent, ora che questo fattore è stato bilanciato con la presenza della giuria non va bene lo stesso. Quello che non mi piace, comunque, sono i commenti razzisti che sono venuti fuori sui social anche da gente che conosco».
Chi si ferma, però, è perduto. Un vecchio adagio che Dario conosce bene. Non a caso è pronto già a tornare sulle scene, stavolta con il suo progetto sonoro Dardust. «Dal punto di vista autoriale continuo a scrivere, a breve dovrebbe uscire un nuovo singolo realizzato con Tommaso Paradiso dei Thegiornalisti. Con Dardust c’è in ballo la firma per una grossa etichetta internazionale, non vedo l’ora di tornare sul palco. Un Sanremo come partecipante? Perché no, magari tra un anno o due, ormai può accadere di tutto».
Prima però i prossimi appuntamenti, tra cui quello dell’Eurovision Song Contest, che si terrà a Tel Aviv a metà maggio. «Con Alessandro (Mahmood) ci sentiamo tutti i giorni, dobbiamo fare alcuni aggiustamenti al pezzo prima di portarlo in Israele. Con lui è nato un bel rapporto di stima, la prima volta che lo ascoltai ad X-Factor pensai subito si trattasse di un cavallo di razza, qualche minuto dopo fu eliminato, credevo di non aver capito nulla e invece…».
Infine, sempre a maggio, Dario tornerà in città per la ventesima edizione del memorial benefico “Alessandro Troiani” che si terrà al Ventidio Basso. Con lui altri super ospiti ancora top secret.
“Soldi” da record: è il singolo più ascoltato Ascoli riabbraccia Faini dopo il trionfo a Sanremo
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