di Maria Nerina Galiè
Temeva l’acqua e le sue profondità (lo aveva più volte confidato agli amici), ma è lì che ha trovato la morte Angelo Laurenzi, 70 anni a maggio, ex vigile urbano (fino al 1994) di Comunanza – dove abitava da solo perché vedovo da qualche anno, e con un figlio che vive a Modena – e anche ex cancelliere del giudice di pace di Ascoli fino al 2013, l’anno in cui è andato in pensione. Il lago di Gerosa, posto tra i Comuni di Comunanza, Montemonaco e Montefortino, impietoso, lo ha rubato alla vita e alle numerose persone che lo conoscevano e stimavano. In tanti hanno raggiunto il luogo della tragedia, dove hanno assistito alle complicate operazioni per il recupero del corpo. Queste sono state condotte, tra mille difficoltà a causa all’asperità del territorio e al buio più totale, dall’unità di soccorso fluviale dei Vigili del fuoco di Ascoli, assistiti dai colleghi del distaccamento di Amandola e dai Carabinieri di Comunanza coordinati dal comandante il maresciallo Giovanni Croce. Per recuperare il corpo senza vita di Laurenzi, i vigili del fuoco hanno messo in acqua una imbarcazione che hanno portato dal comando di Ascoli, ma poi hanno deciso di raggiungere il corpo con un gommone e, remando, lo hanno riportato sulla terraferma.
Angelo Laurenzi era un abitudinario, come riferiscono gli amici e i parenti che sono ancora sgomenti per la tragedia che si è consumata a una manciata di chilometri da Comunanza. Mercoledì mattina, come sempre, è uscito di casa di buonora a bordo della sua Volkswagen bianca, e si è recato come faceva sempre nel bar del paese a prendere il caffè. A differenza degli altri giorni, però, non ha fatto i suoi soliti giri: un po’ di spesa, due chiacchiere con l’amico ristoratore con la solita cordialità e serenità. A tarda sera, non vedendolo rincasare, i vicini hanno iniziato a chiedere in giro dove potesse essere Angelo. Strano non trovarlo e non avere notizie di lui. Uno di loro aveva la chiave del suo appartamento. Nei piccoli paesi, dove non mancano fiducia reciproca e spirito collaborativo, in tanti fanno così. A quel punto non ci ha penato due volte e ha deciso di entrare. Sul tavolo, bene in vista e posizionate in maniera ordinata, c’erano alcune carte e dei documenti. A quel punto hanno pensato al peggio ed hanno provveduto ad avvisare subito i parenti e il figlio Giuseppe che vive e lavora a Modena. Quest’ultimo si è messo subito in auto per raggiungere Comunanza il più preso possibile. Nel frattempo che si spargeva, la voce della scomparsa dell’ex vigile urbano ed ex cancelliere, si è sparsa in tutto il paese. Ed è arrivata anche al guardiano del lago e altri residenti della zona. La mattina presto, verso le 8, avevano visto la Volkswagen bianca di Laurenzi parcheggiata nel piazzale del bacino imbrifero. A sera era ancora lì. Il terribile sospetto si stava purtroppo concretizzando in tragica realtà.
A quel punto sono stati allertati i Carabinieri della stazione di Comunanza i quali si sono recati al lago di Gerosa dove hanno subito avvistato un corpo che galleggiava. Era quello di Angelo Laurenzi. Sono giunti sul posto anche un’ambulanza del 118 (una corsa purtroppo inutile) e i Vigili del fuoco da Ascoli e da Amandola. Nell’auto di Laurenzi, che era stata lasciata aperta, c’erano la patente, la carta d’identità e il suo cellulare che aveva vanamente squillato per ore nel tentativo di rintracciarlo. Spetterà ora agli inquirenti capire cosa sia accaduto mercoledì mattina. Ogni ipotesi, più o meno velata, nulla aggiunge o toglie al dramma che ha lasciato un grande vuoto a Comunanza. Il paese è ancora incredulo per quanto accaduto. Una volta recuperato, il corpo di Laurenzi è stato trasportato dall’automezzo delle pompe funebri all’obitorio dell’ospedale “Mazzoni” di Ascoli. Qui la salma è stata composta è per essere sottoposta a ispezione cadaverica. Non è prevista l’autopsia. Poi è stata restituita ai familiari per il funerale che si svolge domani, venerdì 22 febbraio, alle ore 14,30 a Comunanza nella chiesa di Santa Caterina.
Il cadavere di Angelo Laurenzi, ex vigile urbano e poi cancelliere, ripescato nel lago di Gerosa
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