È morto nel pomeriggio all’ospedale regionale di Ancona William Scalabroni, 91 anni, partigiano e presidente onorario dell’Anpi nonché grande amante e conoscitore delle nostre montagne.
Sempre in prima fila ed esempio per i più giovani nel ricordare la memoria dei tragici fatti della Resistenza ascolana. Scalabroni era ricoverato da ieri in rianimazione dopo essere stato tragicamente investito in viale Marconi, anche a causa dell’assenza di illuminazione pubblica al momento del sinistro. La notizia ha scosso profondamente quanti lo conoscevano.
Si attende il ritorno della salma da Ancona dove ancora è bloccata in attesa del nulla osta necessario al trasferimento. Tantissimi i messaggi di cordoglio a partire da quello dell’Anpi: «William -ricorda l’associazione nazionale partigiani- antifascista e partigiano, amante e praticante della montagna, uomo mite e garbato, ha condotto con ferma determinazione importanti battaglie ecologiste in difesa dell’ambiente, delle tradizioni e degli usi locali. Già Presidente provinciale dell’Anpi, protagonista e testimone della lotta di liberazione contro i nazi-fascisti, ha saputo avvicinare i più giovani ai temi della democrazia e della tolleranza, trasmettendo loro i valori umani, civili e politici che hanno contraddistinto la sua vita. L’Anpi è vicina ai familiari con un fraterno abbraccio». Anche il Cai si stringe al dolore dei familiari:
«Il nostro William se n’è andato, ma il suo spirito libero, ironico e combattivo lo terremo con noi per sempre. Ti vogliamo bene, caro William. Grazie per averci insegnato che il sentiero della memoria passa dentro di noi e porta sempre da qualche parte, in un futuro migliore».
A novembre se ne era andato Ivo Castelli, altro partigiano ascolano, per anni era stato punto di riferimento dell’Anpi di Ascoli, e non solo. Di Castelli, e ora di Scalabroni, resta il ricordo di persone disponibili, schiette e simpatiche.
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Grande uomo. Profondamente addolorato. Ha accompagnato gli amici di Italia Nostra, lui presidente onorario, sui sentieri della resistenza ascolana sul Colle San Marco e Giammatura.
Tanto più addolorato nel sapere che i soggetti deboli della strada, come i pedoni e i ciclisti, possono diventare vittime dei collusi che risparmiano sull’illuminazione pubblica, intascandone i benefici, spegnendo, ora qua, ora là, interi quartieri. Chi monitorizza dove, quando, per quanto tempo e perché si spengono i lampioni pubblici?
Possibile che non si capisca che, con un contratto a prezzo bloccato per anni, il concessionario abbia tutto l’interesse a tenere spenti i lampioni?
Ci avevano promesso che con la nuova illuminazione tutta la città poteva essere connessa in rete. Rete per pesci che non abboccano all’amo?