Luciana Barlocci torna sulla vicenda dell’area Brancadoro
di Giuseppe Di Marco
Sono ancora tanti, gli interrogativi che ruotano attorno all’area Brancadoro. Il mese scorso il Comune ha avviato il procedimento di annullamento in autotutela della Scia con cui Sideralba aveva richiesto la realizzazione di recinzioni leggere per il sentiero che passa lungo l’appezzamento. A comunicarlo era stato il dirigente Giorgio Giantomassi nell’ultimo Consiglio comunale, nel quale era stato specificato che, all’interno di questo procedimento, la società avrebbe potuto presentare proprie controdeduzioni. La tesi sostenuta dall’ente è che quella strada, come riportato da una delibera del 2004, risulterebbe ad uso pubblico.
«Sideralba contesta la sospensione della Scia – spiega Luciana Barlocci, intervenuta oggi in conferenza stampa – sostenendo che la servitù ad uso pubblico debba essere dimostrata, e che a tal proposito non sia sufficiente la delibera di giunta. Viene anche fatto notare che questa stradina taglia in due l’area acquisita e che, per tale motivo, l’intera faccenda rappresenti un problema non indifferente. Quindi è stata chiesta un’audizione con l’Amministrazione comunale, in quanto si potrebbe trovare un accordo. In risposta, però, è stato detto alla ditta di riferirsi agli uffici. Questa cosa la trovo quantomeno singolare: i tecnici infatti si muovono solo dietro indicazioni da parte della compagine politica. Mi sembra che l’Amministrazione stia prendendo troppo sottogamba questa vicenda».
Sullo sfondo c’è tutta la questione del Piano particolareggiato propedeutico alla realizzazione del San Park, idea presentata da Luigi Rapullino per rilanciare quell’area: «Il sindaco dice che non sono stati impegnati soldi per la redazione di alcun Piano – continua Barlocci – e che l’incarico non è stato affidato. Sembra quasi che la cosa non interessi, quando in quell’area insistono lo stadio “Riviera” e il Palazzetto dello Sport. Ad oggi, peraltro, in Comune non è stato depositato alcun progetto, ma solo un depliant pro veritate, che però non costituisce pratica edilizia. Quindi mi chiedo che fine farà quest’area».
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